Ascolti comparati: Linda di Chamounix Scotto vs Peretyatko

 

Immagine anteprima YouTube Renata Scotto

Immagine anteprima YouTube Olga Peretyatko

Nella sua lunghissima carriera Renata Scotto ha incarnato, come nessun’altra cantante, quella che Franca Valeri  in uno dei suoi più noti ritratti radiofonici, fece descrivere alla moglie tenore Animelli (Corelli ?, anche se la denuncia per diffamazione se la prese da Rina del Monaco, altra super professionale “moglie di tenore”) come: “quele sempie che le vol far le tragiche, le ghèà rovina tutte la Callas”.

 

Sottratta al repertorio frequentato dalla Callas o drammatico, la Scotto non aveva fantasmi con cui misurarsi e allora veniva fuori la fraseggiatrice nobilissima ed ispirata congiunta alla cantante di vaglia, che se lo avesse voluto, avrebbe potuto confrontarsi da pari con altre esimie virtuose della sua generazione senza sfigurare. Nella cavatina di Linda, brano aggiunto per la versione parigina ed eseguito dalla Scotto nella tonalità originale di re bem ascoltiamo un recitativo ispirato e suoni sempre perfettamente proiettati nella maschera, raccolti e morbidi perché la cantante non deve , per essere tragica “gonfiare le gote” inventandosi una voce più grande di quella di cui in natura disponesse. Basta sentire il “tardai troppo” e il seguente “diletto Carlo” ed il “sofferto, ma non al par di me” dove la dinamica sfumata serve a dare rilievo ad ogni parola ed al trepidare di Linda. Inoltre la Scotto nel recitativo si prende anche misurate libertà agogiche, che danno rilievo al momento scenico. Nell’esecuzione della tirolese vera e propria la Scotto inserisce nelle varie ripetizioni varianti molto idonee al personaggio e non esagera in ornamentazione di marca rossiniana (non che il brano non la ammetta), ma ad un personaggio come Linda, ingenua e sognante e ad una cantante prima di tutto espressiva le salite in piano agli acuti con rallentando e suoni molto controllati riescono più adatte e più facili che non le varianti di tradizione, cui si attengono Tetrazzini, Galli-Curci e Sutherland. Se dobbiamo trovare un difetto alla Scotto vocalista certi acuti (stranamente non i sovracuti come il mi bem interpolato fra le strofe) suonano un poco schiacciati, ma il difetto  è meno evidente qui che nelle frequenti Lucie e Traviate per la natura del brano e la scelta interpretativa. Morale: dalla moderazione e misura dell’interprete consegue una esecuzione vocale di altissimo livello, una delle migliori del soprano savonese.

 

La realizzazione della freddura di Franca Valeri è ancor più evidente in Olga Peretyatko, che con una voce ben lontana dall’imposto sano della Scotto, canta opere drammatiche come Otello di Rossini o Traviata.

 

Il brano è in tonalità di do come usano molte registrazioni per permettere l’interpolazione anche del mi nat. Basta il recitativo per sentire che la Peretyatko non collochi la voce nella stessa zona della maschera dove sta quella di Renata Scotto. Consegue che nella zona medio grave i suoni sono costantemente ingolfati ed ingolati e la salita alla puntatura di tradizione un do (che la Scotto omette) da luogo ad un suono acido e pettegolo.

 

Nel recitativo nessuna delle intenzioni e del dire sulla parola che sono il punto di forza della Scotto e nella tirolese la mancanza di leggerezza del suono (il suono “fuori” della scuola italiana) e la difficoltà ad eseguire sia i trilli (tutti sistematicamente indietro)che gli staccati trasformano il casto e liliale pensiero della piccola savoiarda in una serie di suoni spinti, squittiti e puntuti da soubrettina e non da prima donna . Taccio poi del gusto. Non mi scandalizzo davanti a pesanti interventi e riscritture soprattutto in concerto, ma per farle bisogna saperle fare

 

 

 

 

12 pensieri su “Ascolti comparati: Linda di Chamounix Scotto vs Peretyatko

  1. La classe non è acqua. Le attuali cantanti sono delle pressapochiste, e col difetto della miagolata continua, nessuna cura dei particolari, ne della dinamica delle frasi…che finiscono per esser tutte uguali, nel peggio.Un miscuglio di trilli fini a se stessi, con nessun progetto che non sia quello di raccoglier applausi a mo di macchinette viventi.

  2. beh si faceva per dire…magari la clip della P. non e’ particolarmente significativa. Piuttosto consiglio a chi non la conoscesse la recita completa di Vespri Siciliani d Firenze con Scotto che ho recentemente riascoltato dopo tantissimi anni.

  3. caro giuseppe frezzolini ecco con alberto emme hai il più completo esempio di chi deve venire qui tutti i giorni a prendere la sua dose di tozze solo che ci vuole un po’ di mano delicata perché ha i timpani perforati da troppe stars delle mayor del disco che ascolta con fede assoluta e cieca

  4. per dd (non c’ bisogno che pubblichi) ho ascoltato i due esempi (per la prima volta e una volta sola) non mi pare che la Scotto dia il meglio di sé in “oh luce di quest’anima”: a parte i rilievi meramente vocali che hai già evidenziato l’interpretazione é un po’ inerte e slegata. Manca anche un po’ di brio ed elettricità. La Peretyatko mi sembra sufficiente. Apre troppo e sfoca un po’ mi pare in zona la bemolle si bemolle (ma vado a orecchio) ma é intonata. Il gusto non é adamantino ma ci può stare (molto peggio la Damrau nel finale di Sonnambula postata qualche giorno fa).

  5. Che brava la Scotto in questo repertorio!
    Ogni tanto qualche acuto o sovracuto sarà un poco acidino (non qui in realtà), ma dà un senso a tutto ciò che canta e la sua cura della pronuncia è sempre motivo di riflessione e di ispirazione. Meno funambolica della Sutherland ha però un pathos che in quest’aria (e non solo) si rivela non solo azzeccato, ma se ne sente la mancanza quando non c’è (quasi sempre).

    Detto ciò, la strada che compendia virtuosismo e interpretazione spetta alla Sills, come ben testimonia il video postato da Massimo Fazzari.

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