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Informazioni su Gilbert-Louis Duprez

Ho inventato l'ut de poitrine (con buona pace di Gioachino...)

Un direttore al giorno… / 21. “La gazza ladra”, Sergiu Celibidache.

Celibidache è un interprete particolare, così il suo Rossini è diverso da tutti gli altri: la sinfonia della Gazza ladra viene rivissuta con un nuovo passo, in una solennità e austerità che rende perfettamente la contraddizione di questa grande opera … Continua a leggere

Un direttore al giorno… / 19. “Guillaume Tell”, Riccardo Muti.

E’ una delle mie esecuzioni preferite, coniugando abbandono lirico (lo splendido assolo iniziale, mai così caldo e suggestivo, arricchito di presagi romantici che Muti sottolinea senza falsi pudori pseudofilologici), idillio campestre e l’incalzante ritmo del galop finale, finalmente privato di … Continua a leggere

Un direttore al giorno… / 18. “Il viaggio a Reims”, Riccardo Chailly.

In realtà la cosiddetta ouverture del Viaggio a Reims, è un apocrifo novecentesco (la prima esecuzione si deve a Richard Strauss nel ’38 alla Scala): deriva dalla revisione di alcune arie di danza tratte dal Siege. Anche se probabilmente non … Continua a leggere

Un direttore al giorno… / 14. “Armida”, Sir Neville Marriner.

L’interpretazione di Marriner, a cui si deve l’incisione di tutte le ouvertures di Rossini, è – come sempre – molto elegante e mozartiana: particolarmente congeniale a questa lettura è il presente brano, ricco di suggestioni classiche e atmosfera preromantica.

Un direttore al giorno… / 11. “Il barbiere di Siviglia”, Wilhelm Furtwängler.

Di nuovo Furtwangler, questa volta alle prese con uno dei brani più celebri della tradizione buffa (anche se Rossini utilizza la stessa ouverture in ben due opere serie). Ancora una volta il sommo direttore tedesco trasforma il brano in un … Continua a leggere

Un direttore al giorno… /3. “La gazza ladra”, Wilhelm Furtwängler.

Per trasformare l’ouverture di un’opera semiseria in un grande poema sinfonico, ci vuole un grandissimo interprete: nelle mani di Furtwangler il ritmo danzante degli archi – che si rincorrono con estrema mobilità e naturalezza – la morbidezza delle linee melodica, … Continua a leggere

Musica proibita: Risurrezione.

Proseguendo il nostro viaggio nelle terre dimenticate della musica operistica italiana tra fine ‘800 e primo ‘900 – la musica divenuta “proibita” per sciocchi preconcetti ideologici – ci accorgiamo quanto sia ingiusto e riduttivo farne una sola categoria e bollarla, … Continua a leggere