Modesto ben più di quello di Blake il mezzo di William Matteuzzi, oggi oggetto di una damnatio memoriae di cui si ravvisano a stento le ragioni (al di là della consolidata necessità di disprezzare il passato allo scopo di incensare … Continua a leggere
Archivio dell'autore: Antonio Tamburini
Genetliaco di Rossini, 8: Bianca e Falliero.
Da un paradigmatico concerto parigino interamente dedicato al Pesarese, una non meno paradigmatica esecuzione del duetto del primo atto. Il paragone tra questa e l’ultima pesarese delinea più e meglio di ogni possibile discorso i limiti temporali (e spaziali) della … Continua a leggere
Genetliaco di Rossini, 6: Tancredi.
Ancora una volta viene spontaneo pensare a Stendhal e alle sue descrizioni del “portamento mirabile della signora Pasta”, capace di far dimenticare il ridicolo di scenografie “in cui gli alberi proiettano ombra sul cielo”. Oggi, peraltro, gli alberi non proiettano … Continua a leggere
Genetliaco di Rossini, 4: Semiramide.
La dimostrazione che si può cantare una parte Colbran anche senza possedere le caratteristiche vocali della prima signora Rossini. Condizione necessaria e imprescindibile è data l’esecuzione perfetta e, ove possibile, rimpolpata dei passaggi virtuosistici, lo smalto in zona centro-acuta e … Continua a leggere
Genetliaco di Rossini, 2: Tancredi.
La realizzazione di Ferenc Fricsay sembra inverare la definizione di Stendhal del dramma della giovinezza rossiniana quale modello di misurata grazia e nobiltà cavalleresca, una sorta di traduzione musicale delle opere del primo Raffaello, in cui la tenerezza ha la … Continua a leggere
Sorella radio: Maria Stuarda dal Met.
Anni fa, al momento di annunciare la sua prima proposizione della cosiddetta trilogia Tudor di Donizetti, il Metropolitan di New York aveva espresso, neppure troppo velatamente, il desiderio di affidare le tre Regine (o aspiranti tali) d’Inghilterra alla medesima protagonista. … Continua a leggere
Ventiquattr’ore di Barbiere 22: “Ah qual colpo inaspettato”
Giuseppina Huguet, Antonio Pini Corsi, Fernando de Lucia La grande epifania del Conte (almeno in epoca precedente alla restaurazione del rondò di Almaviva) in un’esecuzione che evidenzia quanto il trattamento delle voci, in questo come in altri punti del lavoro, … Continua a leggere
Ventiquattr’ore di Barbiere 20: “Ah se è ver che in tal momento”
Composta per una ripresa veneziana del 1819 e destinata al soprano Joséphine Mainvielle-Fodor, l’aria (che si colloca subito dopo il dialogo con Bartolo) rende drammaticamente poco plausibile l’acrimonia con cui Rosina entrerà in scena per affrontare il supposto emissario del … Continua a leggere
Ventiquattr’ore di Barbiere 16: aria della lezione per soprano
Nel salotto di don Bartolo sono apparsi, quasi sempre a opera di soprani, sorprendenti anacronismi, quali canzonette e romanze di molto successive alla composizione dell’opera. Ne proponiamo un esempio fra i mille possibili, con il rimpianto di non possedere, di … Continua a leggere
Ventiquattr’ore di Barbiere 15: “Contro un cor”
La scena della lezione, il luogo delle più audaci e sfrontate “sostituzioni” a opera di primedonne, in qualunque corda. Iniziamo con l’aria canonica, nella spumeggiante esecuzione di una cantante che contribuì in maniera decisiva alla riscoperta di Rossini, quando ancora … Continua a leggere
Ventiquattr’ore di Barbiere 12: “Manca un foglio” (aria alternativa)
Composta da Pietro Romani per un ciclo di rappresentazioni fiorentine nell’autunno 1816, caratterizzato da un Bartolo non particolarmente brillante come virtuoso, l’aria “Manca un foglio” non regge il paragone con l’originale, ma è un pezzo divertente e d’effetto, se ben … Continua a leggere
Ventiquattr’ore di Barbiere 8: “Una voce poco fa” (per soprano)
E dopo la Rosina mezzo, ecco il soprano, che esegue però l’aria nella tonalità originale di mi maggiore (e non trasposta mezzo tono sopra, come da tradizione), scende in maniera impeccabile (laddove molte esponenti della categoria o sfoggiano suono sbracati, … Continua a leggere