Preparazione per i ruoli pesanti
La voce non potrà mai essere tenuta in buone condizioni se sarà costretta a sopportare un peso che non è in grado di reggere. La maggioranza delle voci consumate sono delle voci oberate. O il cantante non sa cantare o il ruolo è troppo pesante. Penso che mi perdoneranno se sottolineo che ho cantato ripetutamente i ruoli più pesanti ed esigenti. La mia voce si sarebbe frantumata molti anni fa se io non fossi stata preparata per questi ruoli e se non li avessi cantati nel modo appropriato. Un uomo può portare un carico di 50 libbre per miglia e miglia se lo porta sulle spalle, ma non potrà portarlo neanche per un quarto di miglio se lo terrà in una mano allungata. E’ più chiaro adesso il mio concetto?
Certi ruoli esigono maturità. Sarebbe un suicidio per i giovani artisti affrontarli. Ovviamente il compositore ed il direttore pensano solo all’effetto nella rappresentazione. Per loro il benessere del cantante è secondario. Io ho cantato sotto la bacchetta dei più grandi compositori e direttori, da Richard Wagner a Richard Strauss. Certi ruoli straussiani sono ancora più esigenti di quelli wagneriani. Lì sono richiesti sia una grande energia che una grande abilità vocale. Talvolta i giovani cantanti si azzardano a cantarli e le loro voci vanno in pezzi. Perché non aspettare un po’? Perché tanta impazienza?
La cantante è ossessionata dalla falsa idea che il successo verrà solo se canterà i grandi ruoli. Se non è capace di imitare una Melba nella Traviata, Emma Eames come Elisabetta nel Tannhauser o Geraldine Farrar nella Butterfly, farà il broncio e rifiuterà di fare qualsiasi cosa. Offritele una piccola parte e lei la deriderà. Ha ha! I miei primi successi li ho raccolti tutti nelle più piccole delle parti. Realizzavo che non avevo che poco da fare e solo pochissimo tempo per farlo. Di conseguenza, davo tutto il mio cuore e tutta la mia anima alla parte. Bisogna che sia fatta con tale senso dell’arte, intelligenza e bellezza da ottenere necessariamente un successo. Immaginate i ruoli di Erda e della Norna, o Mary nell’Olandese volante. Sono ruoli cosi piccoli che si può appena vederli. Cionondimeno, questi sono stati i ruoli che mi hanno fatto raggiungere la fama ed il successo. Wagner non li aveva pensati come cosine. Lui era un vero maestro e sapeva che in ogni opera d’arte una piccola parte è importante al pari della grande. E’ una parte di una totalità molto bella. Non storcere il naso per le piccole cose. Prendete ogni possibile opportunità, trattatela come se fosse il più grande evento della vostra vita e sarete appagati.
Tutto quello che ho ottenuto nella mia intera carriera è venuto grazie alla lotta. All’inizio c’è stato una lotta orribile con la povertà. Ho sostenuto quello che sostiene oggi qualsiasi povera ragazza (e quando lo dico il mio cuore è con loro). E’ stato lavoro, lavoro, lavoro dal mattino fino alla sera, con tante preoccupazioni domestiche ed ansie tutto il tempo, tali da far impazzire qualsiasi donna. Non scoraggiatevi, ragazze! Se sosterrete la giusta lotta in voi, il successo arriverà di sicuro. Non pensate mai a demoralizzarvi, a dispetto di qualsiasi cosa. Continuate a lavorare ogni giorno e a sperare sempre. L’esito sarà felice se avrete talento e perseveranza. La determinazione è uno degli elementi più fondamentali del successo di un cantante. La povertà tiene una frusta che ti spinge sempre più avanti. Che sia così – e ricordate che sotto quella frusta voi camminerete con più velocità di una ricca ragazza che per questo viaggio avrebbe a disposizione una macchina a 50 cavalli-vapore. Combattete sempre per il meglio. “Devo”, “Lo farò!”, la mera necessità non è un ostacolo ma un aiuto, se avete il giusto bagaglio in voi. Apprendete ad essere dipendenti solo da voi stessi e sappiate che se avete qualcosa che il pubblico vuole, prima o poi vi correranno dietro. Non chiedete mai aiuto. Io non ho mai avuto aiuto. Ditelo all’ochetta aspirante che pensa che io abbia un qualche potere magico con cui sono in grado di rendere famoso un cantante mediocre in un semplice batter d’occhio.
Gli esercizi quotidiani di una prima donna
Gli esercizi quotidiani sono il pane quotidiano del cantante. Vanno fatti con altrettanta regolarità come il mettersi a tavola per mangiare o il lavarsi i denti o il lavarsi. Di solito, il medio cantante professionale non ricorre ad esercizi complicati e fa molta attenzione a non sforzare. Per me che sono un contralto è facilissimo cantare un Do sopracuto,
ma credete che lo faccia durante i miei esercizi quotidiani? E’ una delle note più estreme della mia estensione e potrebbe causare una certa fatica. Per questo, l’evito. Devo anche dire che canto la maggioranza dei miei esercizi a mezza voce.
Occorrono sempre dei periodi di pausa fra gli esercizi. Spesso, quando sono in tournée, mi capita di andare avanti con la mia routine, camminando su e giù nella stanza, facendo la valigia etc. e fare allo stesso tempo placidamente i miei esercizi. Ne godo ed anche il mio lavoro si alleggerisce.
Ovviamente mi prendo la briga di fare gli esercizi prudentemente. I quali consistono per la maggior parte di semplici scale, arpeggi o trilli. Ad esempio, inizio con questo:
Lo canto nel registro centrale con grande dolcezza. Per questo non mi stanco e non disturbo i vicini. Se lo cantassi nel pieno registro grave dando molto volume, la mia voce si stancherebbe, invece di giovarsene, ed i vicini mi detesterebbero. Questo esercizio, lo continuo fino al Re o al Mi bemolle:
Al di sopra di queste note uso sempre la cosiddetta voce di testa. Le cantanti dovrebbero iniziare ad usare la voce di testa sull’indicato livello del pentagramma invece del Fa o Fa diesis come viene consigliato talvolta.
Uso sempre la vocale italiana “a” negli esercizi. A me conviene di più. So che ai contralti viene spesso consigliato “u” e “ü”, ma è da lungo tempo la mia convinzione che prima bisogna perfezionare il naturale colore vocale tramite l’assicurazione del tono giusto con l’aiuto della vocale più aperta. Dopo avere compiuto tutto ciò, si può continuare a impiegare ragionevolmente le altre vocali. I soprani, ad esempio, possono servirsi della vocale “i” per i suoni di testa.
Per ottenere un tono flessibile non conosco miglior esercizio dei trilli, come questo:
Facendolo, bisogna preservare un’espressione dolce e sorridente. Sorridete naturalmente, come se foste veramente divertiti per qualcosa – sorridete finche i vostri denti superiori si scoprano. Poi, provate questi esercizi applicando la vocale “a”. Non abbiate paura di produrre un suono triviale e scolorito. E’ abbastanza facile scurire deliberatamente il tono quando l’occasione lo richiede. Sarete stupiti quando capirete quanto vi aiuta questa espressione sorridente, cordiale, liebenswürdig per alleviare la rigidità e per mettere la voce al posto giusto. I vecchi italiani lo sapevano e lo promuovevano con convinzione. Non c’è niente di meglio per conservare la giovinezza e freschezza della voce.
Il cantante deve riposarsi
Probabilmente le voci si rovinano più a causa dello sforzo che per altri ragioni. Il cantante deve riposarsi permanentemente. Questo non significa essere pigri. Nemmeno che il cantante debba crollare prima di cantare. Il rilassamento come l’intende il cantante è uno stato delizioso di vivacità, leggerezza, libertà, agio e di assenza completa di qualsiasi tensione. Quando mi rilasso sento come se ogni atomo del mio corpo stesse galleggiando nello spazio. Non c’è un solo nervo teso. Il cantante deve essere particolarmente attento quando sta per avvicinarsi al culmine di un’opera. Lì la tendenza verso la tensione è massima. Questo deve essere anticipato ed evitato.
Prendiamo ad esempio un passaggio come quello della famosa aria “Mon coeur s’ouvre à ta voix” da Samson et Dalila di Saint-Saens. Il culmine è ovviamente concentrato nelle parole “Ah, verse-moi”. Si tratta della nota marcata con il segno “f” sulla linea superiore.
Quando canto le ultime note della frasi precedente fino a “tendresse”, chiunque mi abbia osservato da vicino noterebbe che istintivamente lascio cadere le spalle, – i muscoli facciali diventano rilassati come se stessi per sorridere o per sbadigliare. In quel momento mi sto rilassando per accogliere il grande culmine melodico in tal modo che mi rimangano ancora abbondanti riserve di forza per l’ulteriore lavoro. Quando uno deve cantare davanti ad un pubblico di cinque o seimila persone, un culmine del genere è assai importante e ci vuole grande equilibrio per affrontarlo e uscirne trionfatrice.
GRANDE ERNESTINE SCHUMANN-HEINK. Questa la sapeva lunga, altroché gli odierni foniatri… Notare come insiste sulla vocale A, aperta, chiara, sul sorriso, ed in questo si pone in linea con la migliore tradizione del canto all’italiana documentata fin dai trattati più antichi. E brava anche a dire che le donne non passano in testa sul fa o sul fa#, come sostiene qualche sprovveduto che fa di voci maschili o femminili un unico brodo, sovrapponendo le note di passaggio del tenore a quelle del soprano… Come scrive chiaramente il Garçia – ma anche il Lamperti – la voce femminile deve passare in testa sul re4. Per il resto possiamo anche perdonare alla Schumann-Heink quel pizzico di narcisismo con cui si autodefinisce contralto… un contralto con il do si chiama semplicemente mezzosoprano
SANTA DONNA!
La voce non potrà mai essere tenuta in buone condizioni se sarà costretta a sopportare un peso che non è in grado di reggere. La maggioranza delle voci consumate sono delle voci oberate. O il cantante non sa cantare o il ruolo è troppo pesante.
AMEN AMEN AMEN
“I vecchi italiani lo sapevano”…
Libro ordinato e in arrivo! Grazie Giuditta per avermelo fatto conoscere!
La Schumann-Heink è semplicemente … grandiosa! XD una saggezza, una sapienza ed una conoscenza profonda ineguagliabili!
sai che la chiamavamo al met mutter schumann heick e che insegnava le opere ai colleghi vedi melchior con il tristano…….