La RAI ha trasmesso iersera l’ennesimo, inutile evento consumatosi in nome di Maria Callas e del suo, per nulla fondamentale, debutto a Genova nel 1948. In questo anno di noiose, ripetitive e banali celebrazioni di un’artista che mai fu noiosa, ripetitiva e banale nella sua carriera, nemmeno nel declino, non poteva mancare anche l’immancabile concertino di una cantante che ha, soltanto una grecità di passaporto, in comune con la Callas.
Già, perché a ben confrontarle da vicino viene proprio da pensare che nemmeno la professione abbiano alcunchè in comune, o meglio l’idea della professione. Se poi scendiamo a parlar di canto o al modo di costruire i personaggi, di cui la stessa Theodossiou ha indicato come oggetto della sua personale ammirazione per la Callas, allora…apriti o cielo!
Maria Callas non sarebbe MAI andata in scena per un solo istante come la signora Theodossiou.
Per altro il conecertino Theodossiou è una delle facce delle commemorazioni dedicate alla Callas popolate di celebratori, scrittori di biografie, sedicenti amici di una diva morta, ricordiamolo, in solitudine, latori di pettegolezzi, raccoglitori di cimeli e confidenze di una donna la cui finale solitudine è la prova inconfutabile della poca dimestichezza con le confessionie e le confidenze.
La strumentalizzazione è completa, totale e asfissiante. Sopratutto inutile attesoc he non insegna nulla perchè gli insegnamenti della Callas vengono esclusivamente dalle registrazioni, pirata sopratutto.
E tutti costoro, che assai poco di canto sanno parlare, a ben leggerli o ascoltarli, e che continuano ad innalzare un vessillo liso e consumato a monte dai luoghi comuni, non solo ci ridanno un’immagine deformata, esageratamente amplificata della diva, ma la volgarizzano in modo insopportabile, con la chincaglieria d’accatto ed i pettegolezzi trasformati in verità storica, offendendo in realtà la memoria di chi amò certo essere una diva, che costava un milione, ma che nelle sue manifestazioni artistiche dozzinale e comune non fu mai. Delle umane non ci interessa.
E sentire parlare della sua lezione di canto da cantanti, che cantare assai poco sanno ed interpretare meno ancora davvero è desolante.
Non c’è soprano famoso o che tale voglia essere che non si metta in bocca la Callas, che non appaia nei documentarietti autocelebrativi con le biografie sulla Callas in mano! Però oggi non ce n’é una che ne rispetti la lezione di fedeltà assoluta allo spartito, al rigore della preparazione tecnica e musicale, che abbracci la dura via del non barare mai, del non prendere in giro il pubblico, di non scontarsi mai nulla, di cantare solo ciò che è nelle reali possibilità della loro voce. E regolarmente poi, quando l’insuccesso le coglie, la colpa è del vedovile loggione callasiano, ormai centenario, viste l’epoca delle ultime apparizioni della Callas !!!….non di loro stesse, della loro imperizia e presunzione.
Sono certa, anzi voglio così pensare, che la loro fortuna è che sia morta, perché se fosse ancora viva tuonerebbe, come qualche altra diva del passato recentemente scomparsa, e scaccerebbe da sè ogni spacciatore di carabattole callasiane come i mercanti dal tempio ed userebbe parole dure se non durissime e dirette, perché tale era la donna.
Esistono tanti altri cantanti straordinari che han fatto la storia del canto, e sarebbe bene parlarne e farli conoscere al pubblico….giusto per onestà storica e culturale, e anche per non sembrare, oltre che noiosi, ignoranti e privi di fantasia, tanto da ricadere sempre nell’equivalenza arte del canto = Maria Callas. O le major dell’editoria discografica e libraria non conoscono altro dell’opera che Maria Callas?? Alla faccia della noia e della povertà culturale!!
Povera Callas, da artista eccellente ad etichetta posticcia di un vuoto presente, anche lei divorata post mortem …dalla logica del nome!
Già, perché a ben confrontarle da vicino viene proprio da pensare che nemmeno la professione abbiano alcunchè in comune, o meglio l’idea della professione. Se poi scendiamo a parlar di canto o al modo di costruire i personaggi, di cui la stessa Theodossiou ha indicato come oggetto della sua personale ammirazione per la Callas, allora…apriti o cielo!
Maria Callas non sarebbe MAI andata in scena per un solo istante come la signora Theodossiou.
Per altro il conecertino Theodossiou è una delle facce delle commemorazioni dedicate alla Callas popolate di celebratori, scrittori di biografie, sedicenti amici di una diva morta, ricordiamolo, in solitudine, latori di pettegolezzi, raccoglitori di cimeli e confidenze di una donna la cui finale solitudine è la prova inconfutabile della poca dimestichezza con le confessionie e le confidenze.
La strumentalizzazione è completa, totale e asfissiante. Sopratutto inutile attesoc he non insegna nulla perchè gli insegnamenti della Callas vengono esclusivamente dalle registrazioni, pirata sopratutto.
E tutti costoro, che assai poco di canto sanno parlare, a ben leggerli o ascoltarli, e che continuano ad innalzare un vessillo liso e consumato a monte dai luoghi comuni, non solo ci ridanno un’immagine deformata, esageratamente amplificata della diva, ma la volgarizzano in modo insopportabile, con la chincaglieria d’accatto ed i pettegolezzi trasformati in verità storica, offendendo in realtà la memoria di chi amò certo essere una diva, che costava un milione, ma che nelle sue manifestazioni artistiche dozzinale e comune non fu mai. Delle umane non ci interessa.
E sentire parlare della sua lezione di canto da cantanti, che cantare assai poco sanno ed interpretare meno ancora davvero è desolante.
Non c’è soprano famoso o che tale voglia essere che non si metta in bocca la Callas, che non appaia nei documentarietti autocelebrativi con le biografie sulla Callas in mano! Però oggi non ce n’é una che ne rispetti la lezione di fedeltà assoluta allo spartito, al rigore della preparazione tecnica e musicale, che abbracci la dura via del non barare mai, del non prendere in giro il pubblico, di non scontarsi mai nulla, di cantare solo ciò che è nelle reali possibilità della loro voce. E regolarmente poi, quando l’insuccesso le coglie, la colpa è del vedovile loggione callasiano, ormai centenario, viste l’epoca delle ultime apparizioni della Callas !!!….non di loro stesse, della loro imperizia e presunzione.
Sono certa, anzi voglio così pensare, che la loro fortuna è che sia morta, perché se fosse ancora viva tuonerebbe, come qualche altra diva del passato recentemente scomparsa, e scaccerebbe da sè ogni spacciatore di carabattole callasiane come i mercanti dal tempio ed userebbe parole dure se non durissime e dirette, perché tale era la donna.
Esistono tanti altri cantanti straordinari che han fatto la storia del canto, e sarebbe bene parlarne e farli conoscere al pubblico….giusto per onestà storica e culturale, e anche per non sembrare, oltre che noiosi, ignoranti e privi di fantasia, tanto da ricadere sempre nell’equivalenza arte del canto = Maria Callas. O le major dell’editoria discografica e libraria non conoscono altro dell’opera che Maria Callas?? Alla faccia della noia e della povertà culturale!!
Povera Callas, da artista eccellente ad etichetta posticcia di un vuoto presente, anche lei divorata post mortem …dalla logica del nome!
RAI FD5 ha invece trasmesso, in contemporanea con la Callas, la prima operina di Wagner, un’incisione Orfeo 1983 dal vivo, con Sawallisch (e il grande Moll che canta i suoi 8 versi nel finale…)
È sempre emozionante sentire i prodotti del giovanissimo Richard, come vedere i filmati del Maradona sedicenne.
Modesta proposta:fate un elenco delle “nuove Callas” e di come sono regolarmente finite…
……………….ciao Daland!
Colgo il suggerimento implicito nel tuo post: denso di grande saggezza!!!
Ciao Mozart! le nuove Callas, le pseudoCallas…..Gesù, un elenco di morti, feriti, imbarazzanti casi, storie di follia e chi più ne ha più ne metta……
Non posso…..non ce la faccio…
ma fatelo voi….vi pubblico per certo!
saluti a tutti
ciao a tutti!
quelle che mi vengono in mente sono:
souliotis, gulin, deutekom, connell, tomowa-sintow, papantoniu, fabbricini, aliberti, gasdia, ricciarelli…se ce ne sono altre non mancherò di segnalarlo!
ciao sicomore,
grazie dell’intervento
le imitatrice di Maria Callas si dividono in due categorie. Quelle che capirono la restaurazione vocale, attuata per mezzo del soprano greco, e andarono avanti in quella direzione e i loro nomi sono la storia del canto dal 1960 in poi e questa scelta spesso le compensò con carriere e fama più ampie di quella di altre colleghe, parimenti dotate in natura. E raffronto una Caballe ed una Tucci che, quanto a dote naturale, non aveva nulla da invidiare ad alcuna collega, ma aveva altro gusto e modelli, meno attuali rispetto al momento.
E quelle che si diedero a pedissequa imitazione che era poi imitazioen dei difetti vocali della Callas, soprattutto post 1955, ossia suoni bassi tubati, acuti spinti e fibrosi e di fondo cantare opere troppo onerose.
A parte il caso Souliotis, che sarebbe stata un grande soprano lirico d’agilità se avesse cantato con altra predisposizione tecnica e mentale i due più evidenti e tristi sono la Fabbricini e la Aliberti, nella mia esperienza di ascoltatore.
La Fabbricini era una caricatura, l’imitazione arrivava, oltre che a presentare tutti i difetti vocali del modello ad imitarne le pose sceniche, oltre tutto desunte da fotografie ed indssando costumi completamente diversi.
Lucia Aliberti dotata di un timbro di qualità nei limiti del soprano lirico leggero e di grande musicalità (salvo quando interpolava picchettati in luogo di terzine e quartine vocalizzate) ha distrutto la possibilità di essere oggi la numero uno nel repertorio dove Gruberova e Devia dettano legge e gusto principalmente per mancanza di concorrenza. Eppure quando doveva cantare (Puritani versione MAlibran) e non poteva per arriva re in fondo alla recita imitare la Divina era una esimia vocalista.
Sinceramente non ritengo ne la Tomowa Sintow nè la Deuteom imitazioni della Callas. La prima l’ho anche sentita in teatro ( Maddalena di Coigny ed Elsa) poteva forse ricordare le imitatrici per i suon tubati della prima ottava.
La seconda, la cui prima ottava che è la sigla delle più incallite e sgangherate imitatrici, era un poco vuota e quindi non adusa ai vizi deve essere considerata oggi e in assenza di voci e magisteri interpretativi come quelli delle contemporanee sue, molto molto di più di un ibrido da floricultura olandese, tando impressionante quanto abnorme. A parte la vocalizzazione aspirata la scuola di canto middle europea ha sempre prodotto (date anche le caratteristiche fisiche di quelle zone) Regine della Notte che si trasformavano in Aida o Brunilde.
Povera Theodossiou.La’lesa maestà’è una colpa inespiabile.
Non vi sembra di esagerare?
A me sembra che sia la signora T. ad esagerare, quando è in scena e quando “prepara il terreno” per andarci.
Prendo atto.
Secondo me ad esagerare sono le miriadi di signore poco credibili che si fregiano del nome di Maria Callas per farsi belle quando sono in realtà distanti anni luce non solo dai risultati ma soprattutto dal modo di concepire la musica, il canto e l’interpretazione.
Non basta veramente avere un nome greco, un’opera in comune in repertorio, il nasone o i capelli neri per essere delle nuove Callas. Che sostanzialmente non ci sono mai state in senso positivo, ma sono state solo un fenomeno disastroso in ogni singolo caso, e i nomi fatti lo dimostrano.
Quasi tutti hanno fatto delle porcherie come omaggi per l’anniversario,riciclando filmati di repertorio e nemmeno quelli restaurati,e a casaccio.
Forse l’unico che si è salvato (e naturalmente passato quasi inosservato) è stato “Una scala verso il cielo.”
Ma molte cose non funzionano “nel nome di Maria”
Purtroppo “la massa” non ha struneti di conoscenza per rendersi conto delle falsificazioni che gli vengono propinate, in alcuni casi dovremmo parlare di “manipolazioni” (che a qualcuno rendono notorietà e anche altro…)
Se vi interessa qui c’è un piccolo sito con una serie di “Tarocchi”, musica,costumi e altro che riguardano le speculazioni su Maria Callas.
L’indirizzo:
http://la-callas-e-i-falsi.spaces.live.com/