L’atroce colpo dei grisini: un milione!

Milionari!
Oggi siamo diventati milionari di contatti e dobbiamo festeggiare insieme.

Questo milione rappresenta la strada che abbiamo percorso in questi tre anni e mezzo, un viaggio non premeditato in partenza, casuale….ma non del tutto.
Aprimmo il Corriere per avere la libertà di esprimere il nostro pensiero, nessun altro obbiettivo, dato che non sapevamo nemmeno cosa fosse un blog e che ricaduta potesse avere nella realtà.
Abbiamo visto i contatti incrementarsi quasi esponenzialmente, per certi versi anche a prescindere da noi, di riflesso alle reazioni esterne, alcune delle quali scomposte ed inadeguate, altre entusiaste e positive, verso il nostro modo di ascoltare, in primo luogo le migliaia di downloads dei files di cantanti antichi oltre che delle grandi esecuzioni di ieri. Il passato, anche quello remotissimo, è tornato a far parlare di sé, controcorrente.

Una cosa l’abbiamo capita sin dall’inizio e l’abbiamo sempre ben chiara davanti in questa esperienza tanto imprevista nel suo svolgimento: che dovevamo essere liberi, indipendenti da tutto e da tutti, sorretti solo dalle nostre idee e convinzioni. Per questo oggi siamo milionari, perché siamo sempre stati noi stessi, del tutto veri, liberi dall’ossessione dell’audience e del fare numeri, nonostante alcune poco eleganti insinuazioni da parte di chi dal problema dell’audience, o meglio, del contare, pare afflitto.
Siamo milionari, perché la libertà di pensiero e parola, oggi come oggi, nel mondo delle fazioni e delle lobby, è un lusso, il più grande, quello che si possono permettere solo quelli che non hanno bisogno di niente e nessuno, o che non hanno aspettative né cercano ritorni da quella che rimane una passione. Dire la verità oggi sulla lirica ed i suoi protagonisti non è cosa facile, né rende popolari, laddove si è inventato e consolidato il sistema delle “star” ( prima c’erano i “divi”, i grandi che ogni sera sapevano di doversi guadagnare il consenso del pubblico…. ), cioè di quelli che devono essere applauditi incondizionatamente da noi, perché “gli obblighi” oggi spettano al pubblico e non a chi canta. E il fatto che si parli sempre più del pubblico, quando questo si ribelli al malcanto, piuttosto che della qualità del canto dispensata nei teatri è la prova che ….non c’è più alcuna arte di cui parlare. L’argomento di moda è il pubblico e tra poco si finirà per parlere dell’”arte di essere pubblico”, dato che è il pubblico ad essere recensito e censito da certa critica ufficiale: non censisce la scena, ma la platea e i loggioni, il più grande dei paradossi. Anche l’ultimo filo d’erba a paravento della realtà delle cose è stato finalmente tolto di mezzo!

A questo punto è chiaro come non sia facile ma anche doveroso, per chi renda pubblico il proprio pensiero, dire la verità, ossia dire come stanno le cose alla luce di quel sistema di conoscenze, di gusto, di ascolti che compongono la tradizione della lirica, ossia la sua storia. Quella storia la cui revisione, il cui oblio urge quale ultima ancora di salvezza per giustificare lo stato della non-arte canora di oggi. Noi abbiamo qualcosa da dire, qualcosa di molto critico e perciò criticato, di scandaloso ( pare che il massimo scandalo lo dia la nostra….competenza!! ….perché il pubblico gradito oggi a chi fa pare, non a caso, essere quello più semplice, neofita, inesperto..…) , ma anche qualcosa di confortante per chi vive le storture del meccanismo. Ed è questo nostro dire, quello che pensiamo e di cui siamo convinti, che ci lega ai nostri lettori, magari anche quando li facciamo arrabbiare o li provochiamo. Un dire nel merito della questione nodale, principale, da troppo tempo messa sotto silenzio o volutamente taciuta dai mezzi di comunicazione, specializzati e non, e da chi gestisce: il livello tecnico ed il gusto di chi canta oggi. Noi mettiamo il dito nella piaga, nel problema del sapere cantare, o meglio, del non sapere più cantare e del non sapere nemmeno da dove ripartire per mettere rimedio alla questione basilare per la sopravvivenza della lirica.

Il fatto che questo nostro sito sia diventato, come qualcuno ha recentemente scritto, un protagonista della lirica italiana, ha per noi un valore meramente metaforico: considerandoci ancora “pubblico”, per noi quel complimento significa che il pubblico è tornato a contare qualcosa per gli addetti ai lavori, che negli anni addietro hanno costruito, nell’illusione di aver trovato la panacea di tutte le magagne del sistema, la grande architettura dell’autoreferezialità del teatro lirico, ove ogni cosa è progettata dal di dentro del meccanismo, successi compresi, a dispetto di quello che pensa la gente minimamente competente seduta in platea o in loggione. Il teatro di oggi ha, in primis, bisogno di verità, di consenso e dissenso VERI se vuole ritrovare la sua antica e normale fisiologia, necessaria alla manifestazione di gerarchie di valori fondate e non artefatte. Ha bisogno della libera competizione tra gli artisti se vuole ritrovare espressioni migliori e più alte di quelle odierne, dunque il riscontro dal palcoscenico deve tornare ad essere spontaneo, o, comunque, più aderente alla realtà dei valori, e non preordinato a dispetto di chi ascolta, da organizzatori e managers, che hanno mostrato troppe volte limiti loro e del loro modo di pensare.

Siamo milionari oggi perché sappiamo che con i nostri archeoascolti abbiamo stimolato molti a riflettere con noi sulle regole violate, sul dilettantismo e la faciloneria che affliggono l’insegnamento del canto, la sua pratica e la sua gestione. Aver ottenuto questo, un pensiero sul canto, piccolo e grande che sia, è il più grande dei successi che potevamo prefiggerci, pur non essendoci prefissi nulla che non fosse il dire la nostra.
Siamo milionari perché, oltre a tanti detrattori, che hanno offerto spettacolo di sé a causa nostra, alcuni noti critici inclusi, abbiamo incontrato anche tante persone positive, rivelatesi amiche e solidali.
Siamo milionari perché il gruppo degli autori si è allargato, e ci siamo scoperti veramente ….amici.

Per festeggiare l’evento, un video speciale, raro e bellissimo….di un evento mai esistito, naturalmente!
enjoy!

36 pensieri su “L’atroce colpo dei grisini: un milione!

  1. Vive felicitazioni anche dalla… "concorrenza" per il milione di click. È davvero raro che il pensiero e le opinioni dei nostri rispettivi siti si incontrino, ma è la pluralità delle opinioni che garantisce il fermento culturale e lo stimolo verso il progresso e il miglioramento. Per cui, amabili "vegliardi", i miei più sinceri auguri per traguardi sempre più gratificanti.
    Pietro Bagnoli

  2. La curiosità è spesso…femmina, cara Giulia. Ed è sovente reciproca, n'est-ce pas? Comunque, i miei complimenti sono sinceri per tutti voi: non condivido nulla o quasi di quanto scrivete, ma mi congratulo con piacere per il vostro successo. Chapeau!

  3. Auguri vivissimi anche da parte mia per la serietà, intelligenza e senso critico con cui avete affrontato e continuate ad affrontare la critica operistica e musicale. Ad Maiora!

    Cordiali Saluti
    una Pulce della Grisi 😛

  4. Anche da parte mia complimenti per il milione di contatti e il vostro stimolante blog. Ma, per carità, lasciate a casa la pretesa di dire la verità! Qui non si legge alcuna verità, di cui nessuno ha il monopolio, né io né voi né nessun altro. Qui si leggono soltanto opinioni, supportate da argomenti cui si possono opporre argomenti diversi o contrastanti. Opinioni, non verità, è bene non dimenticarselo mai, neppure "in der Trunkenheit der ersten Stunde", come si canta nella "Frau ohne Schatten".
    Marco Ninci

  5. Caro Marco,

    risposta in tedesco:

    PAPAGENO
    Mein Kind, was werden wir nun sprechen?

    PAMINA
    Die Wahrheit! sei sie auch Verbrechen.

    BEIDE
    Die Wahrheit ist nicht immer gut,
    Weil sie den Grosßen wehe tut;
    Doch wär sie allezeit verhasst,
    So wär mein Leben mir zur Last.

    Verità intensa non nel senso di assolutismo ma in quello di dire ciò che si pensa, senza condizionamenti di sorta.
    Questo è il principale motivo che mi fa apprezzare gli amici della Grisi.

  6. Il motivo per cui invece io stimo ed apprezzo il Corriere rispetto all'altro informe è che i collaboratori basano il loro giudizio critico su basi tecnico-interpretative "oggettive": non è il solito "mi piace" / "non mi piace" che è diritto sacrosanto, ingiustificabile ed intoccabile di qualsiasi soggetto percepente, ma un domandarsi "è corretto o meno?", per la cui risposta bisogna sapere e non solo sentire!
    Ancora Auguri :)

  7. Credo che il video della Dupuy dimostra in modo più completo quello che piace ai membri del blog e quello che manca alla maggioranza dei cantanti odierni: questa donna, di nome Martine Dupuy, viene sul palcoscenico e, senza pubblicità, senza grande rumore estraneo al lavoro di canto, anche senza una regia o scenografia particolare, canta. CANTA e basta. Canta bene e canta con un'espressività (sostenuta e resa possibile da un'immensa preparazione tecnica) che da un lato rende massimamente giustizia alla musica del maestro pesarese e che, d'altronde, trasmette qualcosa di tanto personale e particolare che solo lei, Martine Dupuy, con la sua personalità ed individualità avrebbe potuto trasmettere. Lei viene sul palcoscenico e fa ravvivare questo personnaggio dalla vocalità difficilissima con i soli mezzi che possiede – tecnica, sensibilità, musicalità ed un'ammirevole onestà professionale e personale. In breve, lei canta. Auguriamo ai cantanti odierni, "stelle" ascendenti e discendenti (o calanti) di avere cotanto bagaglio per potere portare il titolo di "cantante" ed essere una personalità autonoma e autenticamente artista anche quando esposti senza l'aiuto di qualsiasi trucco estraneo a quello che rimane (o dovrebbe rimanere) il cuore della loro professione: la voce.

  8. Ovvio, pasquale, ma ci sono persone e gruppi di persone che fanno valere un intero giudizio critico (a detta loro) sul loro piacere personale, col tempo che trova ovviamente. E poi c'è chi da delle fondamenta solide e valide al proprio giudizio: vedi il Corriere.

    Concordo comunque con Giuditta: un cantante deve (saper) cantare!

  9. Tanti auguri per questo meritato successo.

    Ha ragione Ninci, nessuno detiene la verità a questo mondo. Ma questo non significa che la verità non esista. Leggendo le pagine di questo corriere chiunque può scorgervi il riflesso di molte verità…

    E' vera l'onestà con cui gli autori esprimono le loro opinioni.
    E' vera la loro passione per la musica ed il canto.
    E' vera la generosità con cui essi spendono per noi, senza chiederci niente, il loro studio e le loro preziose conoscenze. Il sapere è il bene più importante, ed è raro oggi trovare qualcuno che possa e voglia trasmetterlo.

    Grazie. Ancora mille traguardi come questo.

  10. Interessante questa discussione. La verità di cui parla Gianguido qui non c'entra nulla; si tratta di un universale etico di tutt'altro genere. Le doti di cui parla Mancini (Belcanto) e delle quali io non dubito affatto sono doti di onestà e generosità. Rimane il fatto che con onestà, in buonafede e con generosità è stata detta una quantità immensa di cose senza capo né coda.
    Marco Ninci

  11. Congratulazioni! e meritati complimenti! Si non sempre sono d' accordo con tutte le valutazioni del Corriere, ma sono innegabili l' onestà, la serietà e la fondatezza di tutti i giudizi. Cosa rara, in un sistema come quello attuale, dove i media hanno rinunciato alle loro prerogative di doverosa indipendenza, per sostenere, invece, uno star system tutto da dimostrare. La strada è ancor tutta in salita e il belcanto da ri-conquistare, allora,dunque, mai cedere e la durezza sia la strada verso la luce, la stroncatura una sana lezione. Continuando nella vostra opera, i lettori aumenteranno e tra essi,chissà, non vi siano "artisti del canto" e direttori, artistici e d' orchestra, in vena di capire.

  12. BRAVI GRISINI, MA SOPRATTUTTO GRAZIE DI TUTTO CIO' CHE OFFRITE! Le raccolte verdiane sono solo le ultime ciliegine di una torta sempre più succulenta!

    E insieme accidenti ai caratteri bianchi su fondo nero.. Capisco che possa essere quasi un marchio di fabbrica, ma se non copio e incollo dopo due articoli mi bruciano già gli occhi, e non può succedere solo a me. Magari il milionesimo contatto può essere l'occasione per inaugurare un qualunque nuovo sfondo chiaro (poi al duemilionesimo cambiate ancora..) :-))))

  13. Pasquale: proprio perchè qui c'è l'arrosto! E' solo questione di leggibilità. Confesso che qui ci passerei anche più tempo, ma è davvero fastidioso. Immagino non solo per me, sia con gli occhiali inforcati, che senza..

    Giulia, Giuditta: un referendum sarebbe perfetto, se non volete decidere direttamente! Idea: c'è già la testata beige chiara che sarebbe perfetta: basterebbe invertire quella con tutto il resto. Poi se vincesse ancora il bianco su sfondo nero, pazienza.. E' ovvio che l'importante sono i contenuti. Un look meno 'stancante' può solo aiutare noi lettori

    Grazie! Alè!!!

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