Mentre i nostri detrattori del web e della carta stampata si arzigogolano il cervello per congegnare nuovi insulti a noi diretti nella disperata speranza che la polemica porti loro qualche compratore o lettore in più, vi serviamo come dessert del pranzo di Capodanno un concertino allegro e leggero, che vi metterà di buon umore.
Una selezione delle Rosine soprano più virtuose, quasi tutte assai remote, alcune quasi kitsch, in barba alla noia della moderna filologia e di esempio alle moderne gallinelle dai seni siliconati e gli zigomi al botulino. Queste di lifting non ne avevano proprio bisogno per far spettacolo e divertire, anzi, potremmo dire che il lifting queste signore lo facevano allo spartito, magari non sempre con gusto e misura, ma certo con uno spirito a noi sconosciuto. Si cantava per il piacere di cantare, si era virtuose per il piacere delle orecchie degli ascoltatori, per vanità ed innato esibizionismo. L’importante era stupire, meravigliare e mettersi in mostra, ad ogni costo. E se lo spartito ne usciva stravolto (davvero?), poco importava, perché ciò che contava era sopra ogni cosa il canto, ed in questo risiede ancora la loro modernità. In fondo, oggi più che mai sono stravolti il gusto, come pure le regole del canto e della tradizione, il senso dei libretti, il significato drammaturgico dei testi, la precisione esecutiva…etc.
La differenza tra noi e loro è che oggi nemmeno sappiamo cantare; loro, invece, sì!
Una selezione delle Rosine soprano più virtuose, quasi tutte assai remote, alcune quasi kitsch, in barba alla noia della moderna filologia e di esempio alle moderne gallinelle dai seni siliconati e gli zigomi al botulino. Queste di lifting non ne avevano proprio bisogno per far spettacolo e divertire, anzi, potremmo dire che il lifting queste signore lo facevano allo spartito, magari non sempre con gusto e misura, ma certo con uno spirito a noi sconosciuto. Si cantava per il piacere di cantare, si era virtuose per il piacere delle orecchie degli ascoltatori, per vanità ed innato esibizionismo. L’importante era stupire, meravigliare e mettersi in mostra, ad ogni costo. E se lo spartito ne usciva stravolto (davvero?), poco importava, perché ciò che contava era sopra ogni cosa il canto, ed in questo risiede ancora la loro modernità. In fondo, oggi più che mai sono stravolti il gusto, come pure le regole del canto e della tradizione, il senso dei libretti, il significato drammaturgico dei testi, la precisione esecutiva…etc.
La differenza tra noi e loro è che oggi nemmeno sappiamo cantare; loro, invece, sì!
Gli ascolti
Concerto di Capodanno
Rossini – Il Barbiere di Siviglia
Atto I – Scena II
Cavatina di Rosina – Una voce poco fa
1906 – María Barrientos
1907 – Sigrid Arnoldson
1908 – Antonina Nezhdanova
1908 – Luisa Tetrazzini
1910 – Frieda Hempel
1917 – Amelita Galli-Curci
1978 – Gianna Rolandi
Strepitoso (per chi il russo non lo capisce) il gramelot della Nezhdanova!
Domanda: c'è in giro anche una versione "bantu" della cavatina?
Complimenti a voi e buon anno!
Carissima Giulia, grazie di cuore per questa selezione: sento però un po' la mancanza di due altre Rosine storiche, la Simionato e la Berganza, entrambe lontane dai radicalismi filologici pesaresi.
Auguroni per un melodioso ed armonico 2010.
Filippo
Perfettamente d'accordo con tutto quello che dite… Manca la Peters, però, che – secondo me – è una delle migliori Rosine soprano leggero che si siano mai ascoltate. E manca pure la Gruberova, che nei primi anni '80 amava sparare sovracuti a go go…
Cmq auguri… Che il nuovo anno porti serenità a tutti:)