La figura di Rita Orlandi Malaspina evoca, negli ascoltatori più maturi o di lunga frequentazione dei teatri, fossero essi i più importanti o quelli della miglior provincia italiana, quelle splendide serate e più ancora le cosiddette pomeridiane della domenica (mesi invernali di preferenza) oppure l’ Arena di Verona quando il pubblico si esaltava per le esecuzioni di Ballo, Aida, Forza, Manon Lescaut, Tosca e magari Adriana o Norma. Di quelle serate spesso fra il 1965 ed il 1980 fu protagonista Rita Orlandi Malaspina. Furono le ultime nella storia del melodramma italiano, dove era evidente che l’opera era una forma culturale diffusa e popolare che attirava un pubblico tanto competente quanto autonomo nel pensiero, spesso genuino e spontaneo nel manifestare la propria approvazione. Talvolta poteva essere anche disapprovazione… Nella mia esperienza di ascoltatore posso ricordare la medesima gioia del sapere di assistere ad un grande spettacolo e sonora ammirazione per il Tancredi Horne/Cuberli, la Semiramide Cuberli/Dupuy, un concerto pasquale al Teatro Margherita della Sutherland. Andavamo a sentire, ultimi di una grande serie e tradizione di ascoltatori: il canto, la voce, lo sfoggio di tecnica e di interpretazione a seconda di chi si presentasse sul palcoscenico o del titolo rappresentato.
Un mondo ed un rapporto di fruizione oggi assolutamente perso, sostituito o meglio immolato sull’altare di una serie di pseudo valori o valori alternativi all’opera.
La voce, ecco il valore che per un decennio rappresentò la Orlandi Malaspina. In poco tempo la cantante bolognese, dotata di uno strumento davvero privilegiato divenne celebre e presente in tutti i più importanti teatri italiani e del mondo. La cantante disponeva voce di grande qualità di autentico soprano spinto, quelle adatte a Verdi, alla Gioconda di Ponchielli, piuttosto che alla Wally ed alla Tosca o Tabarro e, magari, alla Norma, che per la cronaca fu l’ultimo titolo che la cantante bolognese mise in repertorio. Quella di Rita Orlandi Malaspina fu l’ultima grande voce nella tradizione della Caniglia, della Pedrini sino alla Cerquetti, la Stella e la Ligabue. Forse meno rifinita di alcune di queste, ma dotata in tutta la gamma della voce, facile in alto, di grandissima qualità al centro, se e quando cantava piano era suggestiva già per sole virtù timbriche e facilissima nella zona grave, che nessuna delle cantanti oggi in carriera sa utilizzare. Insomma la Orlandi Malaspina ha rappresentato un tipo di cantante cui oggi il pubblico, che non visse quelle serate, non è più abituato nè sotto il profilo interpretativo che vocale. Si protranno trovare difetti alla cantante soprattutto nell’esecuzione dei passi di agilità, ma la voce di Rita Orlandi Malaspina è la vera voce di Norma ampia, rotonda, sonora, di colore scuro e di accento giustamente statico e matronale. Sarà una Norma nel discutibile solco della Cigna o della Milanov, ma è Norma. Nessuna delle attuali interpreti può vantare il timbro autenticamente spinto e drammatico di Rita Orlandi Malaspina.
Ricordare con una copia di ascolti una cantante cui abbiamo già dedicato tempo fa ad opera di Nourrit (autore di tutti gli ascolti, che oggi offriamo per il doveroso ricordo di una grandissima voce) significa ricordare un’epoca che si cerca in ogni modo di dimenticare e di indurre a dimenticare con facili e prestuose affermazioni. Avere sostituito pseudo cultura, pseudo filologia alla genuina e spontanea partecipazione del pubblico alle vicende dei personaggi che Rita Orlandi Malaspina cantava con generosità di voce, dovizia di trasporto emotivo, significa avere ucciso il melodramma.
Gli ascolti
Vincenzo Bellini
Norma
Atto II
In mia man alfin tu sei (con Ruggero Orofino, dir. Peter Maag – 1979)
Deh! Non volerli vittime (con Ruggero Orofino, Ivo Vinco, dir. Peter Maag – 1979)
Amilcare Ponchielli
La Gioconda
Atto II
E un anatema…Il mio braccio t’afferra…Laura, Laura, ove sei? (con Mirella Parutto, Aldo Protti, Carlo Bergonzi, dir. Fernando Previtali – 1979)
Atto IV
Suicidio (dir. Fernando Previtali – 1979)
Gioachino Rossini
Mosé
Atto III
Mi manca la voce (con Nicolai Ghiaurov, Amin Ferres, Luigi Ottolini, Ruza Baldani, Aldo Bertocci, Beverly Evans, dir. Lamberto Gardelli – 1966)
Giuseppe Verdi
Nabucco
Atto II
Ben io t’invenni…Anch’io dischiuso un giorno…Salgo già del trono aurato (dir. Francesco Molinari-Pradelli – 1975)
Atto III
Donna, chi sei? (con Mario Zanasi, dir. Francesco Molinari-Pradelli – 1975)
Ernani
Atto I
Surta è la notte…Ernani, Ernani, involami (dir. Nino Sanzogno – 1967)
Attila
Prologo
Di vergini straniere…Santo di patria…Allor che i forti corrono (con Nicolai Ghiaurov, Piero de Palma, dir. Giuseppe Patanè – 1975)
Un ballo in maschera
Atto II
Ecco l’orrido campo…Ma dall’arido stelo divulsa (dir. Edward Downes – 1969)
Teco io sto (con Carlo Bergonzi, dir. Nino Sanzogno – 1971)
Atto III
Morrò, ma prima in grazia (dir. Edward Downes – 1969)
La forza del destino
Atto II
La Vergine degli Angeli (con Bonaldo Giaiotti, dir. Paolo Peloso – 1970)
Atto IV
Pace, pace mio Dio (dir. Paolo Peloso – 1970)
Don Carlo
Atto IV
Tu che le vanità (dir. Claudio Abbado – 1968)
Otello
Atto IV
Era più calmo?…Mia madre aveva una povera ancella…Piangea cantando…Ave Maria (con Anna di Stasio, dir. Nino Sanzogno – 1966)
Ero piccolo..meno di 10 anni…mia mamma mi portava sempre in Arena e la Orlandi Malaspina c’era sempre ed era una garanzia…ricordi sonori di quegli anni ne ho pochi (Cossotto e Corelli), ma la mamma mi diceva che la Malaspina cantava benissimo…e io applaudivo contento! Scusatemi della “stupidità ” di questo post….un piccolo tributo ad una vera artista. Grazie. Ps: che rabbia che salvo errori non esista nessuna sua incisione ufficiale….se penso che le attuali “artiste” sfornano cd e dvd di nessun interesse come fossero patatine…
Buongiorno, in realtà un’incisione è stata fatta su disco in vinile. Credo sia comunque, l’unica incisione. Cordialmente, Roberto
grazie per gli ascolti
Grazie di questi bellissimi ricordi.
Il teatro lirico come DEVE essere.
Una cosa seria!!!!