1.250.000: Ozean, du Ungeheuer

Il nostro blog conta ormai un milione e duecentocinquantamila accessi dopo quattro anni di attività. Vorremmo festeggiare con una selezione di notevoli esecuzioni della grandiosa aria di Rezia “Ozean, du Ungeheuer!” dall’”Oberon” di Weber. Vorremo dedicarla soprattutto al gruppo (sempre più grande) di persone che frequentano sistematicamente il nostro sito, ascoltano con noi, si ingaggiano quotidianamente in ferventi discussioni e rendono Il Corriere della Grisi uno spazio sempre più polemico, dinamico e melomane. Sono questi dibattiti che smentiscono l’immagine del grisino autoritario e cannibale e dimostrano ancora una volta che, pur avendo dei concetti ben definiti circa il canto, sono in primo luogo i grisini ad apprendere e crescere dalle domande, dai dubbi, dalle critiche e dalle approvazioni dei lettori-scrittori.  Inoltre, saremmo felici se anche certi artisti che spesso confondono o vorrebbero confondere le nostre critiche artistiche con degli insulti personali trovassero forza e risorse per ingaggiarsi in una polemica creativa ed onesta che vedrebbe come suo spazio non più un semplice sito virtuale, ma il palcoscenico stesso e quello spazio intermedio che è l’interstizio fra palco e sala e che sparisce senza la polifonia del dialogo fra cantante ed ascoltatore. Sarebbe soprattutto la lirica, la sua qualità esecutiva, la sua energia ambientale ad approfittarne. Invece di essere una palude morta ed immobile, la restaurazione di un rapporto appassionato ed allo stesso tempo critico fra pubblico ed artista renderebbe al teatro d’opera la sua ricchezza, agilità e profondità emozionale ed intellettuale. Anzi, culturale – non nel senso di un pubblico mutilato a nome di un’astratta culturalità, ma di un permanente scambio vitale. Come simbolo di questa varietà serva l’oceano, il “superbo mare” decantato nella monumentale aria weberiana dal Si bemolle sotto il rigo fino al Do sopracuto, fra impressionanti passi di agilità e canto spianato, fra trilli delicati e frasi accentati con immenso pathos. – Giuditta Pasta

Wir kämpfen nicht generell GEGEN etwas oder jemanden – wir setzen uns FÜR die Oper ein, wir kämpfen FÜR den Gesang – mit Liebe, Leidenschaft und Fachwissen. Wir sehen uns als Korrektiv und Gegenpol zu den (häufig unangebrachten) Superlativen, mit denen wir überschüttet werden, und dem systematischen Hype, der die Ohren vieler Opernbesucher zu verstopfen scheint.
Wir wünschen uns, dass sich kritische Opernliebhaber, die angesichts der vielen mediokren und unzulänglichen gesanglichen Leistungen nicht bereit sind, in den unangebrachten Jubel einzustimmen und womöglich an ihrem eigenen Gehör zweifeln, ihre Zweifel und ihre Kritik hier im Corriere bestätigt finden. Mögen sie hier eine Quelle der Inspiration finden und mit uns die Freude an der Musik und am guten Gesang teilen. – Selma Kurz

 


Weber – Oberon

Atto II

Ozean, du Ungeheuer!

Anna Bahr-Mildenburg – 1904

Lotte Lehmann – 1919

Frida Leider – 1921

Maria Nemeth – 1929

Kirsten Flagstad – 1937

Margarethe Teschemacher – 1937

Gertrud Grob-Prandl – 1953

Anita Cerquetti – 1957

Michael Aspinall – 1979
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8 pensieri su “1.250.000: Ozean, du Ungeheuer

  1. di questo passo arrivano presto!!! e non ce lo saremmo immaginati! d’altra parte oggi è ritornato in auge un tread dei nostri primordi su un argomento quale l’arte di renata scotto che abbiamo trattato poco e più per aspetti flokloristici che non per la vera arte della cantante
    grazie pasquale.

  2. La Nilsson è la mia preferita: l’unica a reggere come se niente fosse la tessitura. Impressionante (anche se dai recital, secondo me, non si può avere un’idea completa del brano: infatti è molto meglio nell’incisione dell’opera completa, diretta da Kubelik).

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