Leo Slezak una specie di gigante, che da solo occupava ovvero ingombrava tutta la scena dei teatri americani o della Middle Europa (ma si esibì anche in Scala nel 1904 in un Tannahauser con un cast autenticamente stellare) è uno dei più grandi cantanti d’opera che il disco testimoni. Alla qualità del timbro sontuoso, dolce ed al tempo maschile si univano ampiezza e sonorità ed una capacità tecnica che gli consentiva di cantare dal pianissimo al forte con ugual fermezza e splendore e di utilizzare ora la voce piena ora il misto ora il falsettone. Le qualità naturali e tecniche uniche ne fecero un tenore di area middleurepea capace di cantare le opere italiane e francese senza i limiti, che normalmente si imputano ai cantanti di quell’area e formazione. ritenuto tenore drammatico cantava il grand-operà, Wagner (mai però la Tetralogia) e molti titoli verdiani. A Vienna tenne il monopolio dei titoli verdiani da Ernani ad Otello, passando per Forza, Aida, Trovatore, Ballo. Per i sogni del pubblico nel 1917 cantò un Ernani sotto la direzione di Bruno Walter con Selma Kurz e la partecipazione di Mattia Battistini, che forse era il solo a cantare in italiano.
Proprio come Ernani lo vogliamo offrire perché nella cavatina, che abbiamo già commentato Slezak mette in rilievo le proprie indiscutibili doti di eleganza, timbro e e tecnica. Chiudo con la polemica. Come potrebbe essere il “come rugiada la cespite” del più grande tenore di area middleuropea oggi in carriera?
Chi è il “più grande tenore di area mitteleuropea oggi in carriera” (domanda da farsi con voce gentile ingenua ed angelica)? Mah? forse Seiffert, che come dimensioni “fisiche” id est giro vita qualcosa in comune con Slezak almeno sotto quell’aspetto ce l’ha… (risposta da darsi egualmente con modi e toni ingenui e flautati, facendo finta di non aver capito a chi intendeva riferirsi il Donzelli…..)