Il Corriere della Grisi omaggia Elisabetta II d’Inghilterra nel giorno del suo ottantottesimo genetliaco, con l’opera che Rossini dedicò alla sua omonima predecessora, qui proposta dalla in ogni senso opulenta Maria Vitale. Poco stile, insomma, e tanta voce, come merita la sovrana più longeva della storia inglese (seconda, per durata del regno, alla sola Vittoria).
8 pensieri su “Lunga vita alla Regina”
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Che vocione! Poi si continua a ripetere che nessuno sapeva cantare certe opere prima degli anni 60-70… Grazie per aver suggerito questo ascolto interessantissimo che ignoravo completamente.
Sarebbe bello se vi interessaste alle edizioni pre renaissance di Rossini e anche Donizetti (ovviamente opere non comuni).
Contrariamente a quanto si può immaginare nelle cosiddette edizioni pre renaissance ci sono ascolti interessantissimi, come la Vitale ben testimonia. E penso alla Mancini e alla Dominguez alle prese con la Petite Messe Solennelle, alla meravigliosa Desdemona di Eileen Farrell, alle prove della Cerquetti, persino, contro ciò che si potrebbe immaginare, alla Elena di Angeles Gulin.
Eileen Farrel, voce rossiniana!
Voce adatta proprio per quel tipo
di Rossini li’! E insomma Nourrit,
ascoltiamo proprio nello stesso modo.
Pensa a cosa avrebbe tirato fuori
in Elisabetta! Ciao.
Non ho capito se c’è una nota di sarcasmo mio carissimo Fleta, in caso ti manderò quell’Otello…che a me comunque piace moltissimo, non è perfetta ma ha un vigore e una voce che nessuna Desdemona dopo ha saputo nemmeno imitare.
E sinceramente ho sempre trovato bellissima l’aria di Emma della Zelmira cantata da Anna Maria Rota, niente a che vedere con le galline delle generazioni successive.
L’Elisabetta della Stuarda della Farrell, per inciso, è la mia preferita.
Certo che ci sono ascolti interessantissimi: purtroppo ce ne sono pochi, nel senso che prima della renaissance rossiniana, molti titoli erano solo curiosità da enciclopedia. Questa riscoperta è uno dei portati più vitali della renaissance (oltre al permettere una approfondita analisi editoriale e stilistica). C’è poi il rimpianto per grandi voci del passato (vicino e lontano) che per limiti storici o propri non hanno potuto affrontare certi ruoli. Ma non si può far loro una colpa. E’ semplicemente la storia.
Sono completamente d’accordo! Anzi, mi segno i nomi che sono stati fatti e proverò a cercarli sul Tubo. Grazie mille
Ciao Adolphe,
Ti son sembrato ironico?
No, non lo ero affatto.
Fosse arrivata una decina di anni dopo,
e avesse avuto una formazione diversa,
la Signora Farrell sarebbe stata secondo
me una delle voci piu’ adatte, e con tanto
d’accento appropriato, a deterninato Rossini.
Esattamente il Rossini dell’ Elisabetta.
Ma siccome con i se, non s’arriva da nessuna
parte, me la tengo come ottima Alceste.
Nell’Elisabetta donizettiana preferisco
invece la PRIMA Verrett. Ciao caro, a presto.