L’altra sera, 23 giugno, si è celebrato alla Scala una frivola serata di gala dedicata agli “Ambasciatori Rolex”. La nota casa ginevrina, senza badare a spese, ha raccolto i suoi testimonials più prestigiosi – nel mondo della musica classica – in un concerto a metà strada tra il salotto e l’avanspettacolo. I Wiener Philharmoniker, diretti da Gustavo Dudamel e Placido Domingo, hanno accompagnato la pianista più modaiola del momento – la cinese Yuja Wang in abito “sberlucciante” e stacco di coscia d’ordinanza – Diego Florez, Jonas Kaufmann e Sonya Yoncheva in un minestrone cheap di arie d’opera e brani strumentali modello jukebox nazional popolare (in senso baudiano, non certo gramsciano). Dato il livello artistico nullo (ho visto il video della serata, disponibile sino all’anno prossimo su Opera Vision, per chi fosse interessato al trash), mi limito ad alcuni appunti presi disordinatamente a margine della visione:
1 – inaccettabile che i Wiener sbaglino l’attacco della sinfonia della Forza del Destino, diretta poi malissimo da un Dudamel che sembrava incarnare il turista per caso;
2 – la Wang è ormai grottesca: una macchinetta anonima e glaciale che sciorina inutili virtuosismi in minigonna. Per fortuna il concerto di Schumann è stato limitato al I movimento, dato il livello dell’esecuzione (per il bis d’obbligo sono toccate le variazioni di Horowitz sul tema della Carmen, ossia un sottoprodotto musicale di scarto – opinione personale – eseguite, con qualche imprecisione, solo per mostrare la velocità delle dita: tempo d’ascolto sprecato);
3 – dopo 20 minuti sparisce Dudamel dal podio (timbrato il cartellino), sostituito da Domingo: e il Domingo direttore è peggio del Domingo baritono;
4 – i Wiener suonano evidentemente di controvoglia, a volte imprecisi e a volte male: un compitino fatto senza alcun impegno (e mi viene voglia di giustificarli);
5 – Kaufmann è spaventoso (l’aria della Forza è un trionfo di falsetti e manierismo, il duetto di Otello lo vede in difficoltà estrema);
6 – Florez sembra pronto per l’operetta (la parte migliore del concerto però è la sua “Cucurucucù paloma” eseguita accompagnandosi con la chitarra);
7 – il finale con “libiamo” è da veglione di capodanno coi Wiener che si perdono e steccano, la Yoncheva che stona e sbaglia a prendere i respiri, Domingo che si mette a cantare, tenori e soprano che ballano, pubblico che ritma gli applausi e canta al posto del coro…e via di vaudeville: e pensare che non hanno voluto ospitare il concerto acustico di Madonna (che diva è davvero) per non “dissacrare” il luogo…invece una pagliacciata del genere va benissimo! Vabbè…
8 – spero che al ricevimento successivo abbiano almeno mangiato e bevuto bene…
All’esito di una settimana burrascosa per la figura da cioccolatai rimediata dal teatro, da Pereira e dalla Bartoli (affaire ancora aperto e che ogni giorno si colora di nuove sfumature di grottesco), non poteva che arrivare uno spettacolo del genere che ci ricorda che siamo in Italia e che tutto, ma proprio tutto, può risolversi in “tarallucci e vino”.
8 pensieri su “Appunti per una serata á la page”
Lascia un commento
Devi essere connesso per pubblicare un commento.
Dal poco che ho potuto vedere su YouTube e Facebook sono pienamente d’accordo. Una serata di qualità nulla. Ciò che mi ha fatto arrabbiare poi è stato il fatto che questa serata inutile la yoncheva l’ha fatta a tutti i costi e male, domenica avrebbe dovuto cantare norma a Monaco. Io mesi fa col mio migliore amico avevamo preso i biglietti solo perché c’era lei a far norma. Ieri pomeriggio porto mi arriva una mail dalla staatsoper che causa caldo e stato avanzato della gravidanza canterà Carmen giannattasio…
Duprez scrive di un “minestrone cheap di arie d’opera e brani strumentali modello jukebox nazional popolare (in senso baudiano, non certo gramsciano)”. Ma se ciò che si è sentito nello stadio di S. Siro della lirica è quello che ha riferito Duprez stesso – e non ritengo vi siano valide ragioni per negarlo – allora anche il definirlo baudiano potrebbe essere ritenuto offensivo per il Pippo nazionale, i cui vecchi spettacoli televisivi, nel loro genere, avevano tutto sommato una dignità maggiore di certe operazioni pseudoculturali fra l’inclito e colto (in senso deteriore) ed il popolareggiante (in senso deteriore). O no?
PS Il duetto del Rigoletto con Bruson Rigoletto e Sordi Sparafucile in una vecchia Domenica in era stato qualcosa di fantastico, sicuramento tanto meglio di certi spettacolini scaligeri (e non solo)
Una triviale parata di prezzemolini onnipresenti, tanto in palco quanto in buca.
Evidentemente le serate a la page valgono molto di più degli impegni professionali. La sempia di turno stavolta si è presentata in Teatro, dopo il duplice forfait del recital di canto della passata stagione e dopo aver cancellato le recite di Traviata di questa. Certo rischiare di perdere cotanto sponsor sarebbe stato imperdonabile. E pare che il pubblico le abbia perdonato le assenze. Proprio perché siamo in Italia e tutto, ma proprio tutto, può risolversi in “tarallucci e vino”.
Sono contento di rileggerti Duprez
L’articoletto è carino. Scrivere malignamente-come insegnava Dostoevskij-fa sempre centro. Ma a che pro? Si trattava di una evidentissima serata riservata, promozionale e pubblicitaria, fatta a suon di $$$ per stretto uso e consumo di pochi. Similissimamente a quanto si fa in Germania, Russia e America. Mica era una cosa “regolare”! Neanche gratis sarei andato. A proposito, chi la vuol vedere tutta vada su “mediciTV, non altrove: https://www.medici.tv/en/concerts/placido-domingo-and-gustavo-dudamel-conduct-rolex-ambassadors-gala/
Il fatto che la facciano ovunque non mi pare la debba rendere una bella cosa.
ho scritto Opera Vision: ho sbagliato…sorry