qualcuno potrebbe dire che basta ascoltare senza altro aggiungere perchè orchestra, coro e solisti sopratutto. dicono la qualità cui il pubblico un tempo era abituato in un allestimento che schierava cantanti, che affrontavano Aida più volte nella stagione senza velleità di fare produzioni storiche. E forse è vero, ma almeno la frase di Carlo Bergonzi in occasione della sventurata Aida, che inaugurò qualche stagione fa il teatro alla Scala, voglio ricordarla ossia “ottimi orchestra e coro…. io sono di altri tempi”, come a dire “questa roba non è l’Aida, che ho sempre cantato”. Invito ad ascoltare questa Aida del 1970 comparandola con quella del 2019 sempre a Venezia per ricordare a me prima che agli ascoltatori e lettori del corriere la strada (in discesa) compiuta in questi anni e la decadenza del gusto del pubblico. Ripeto questa non è una Aida che si poneva come una Aida storica, ma come una buona Aida con cantanti seri e preparati quand’anche non perfetti. Ricordiamolo e ricordiamo la frase di una semplicità disarmante di Maria Caniglia, che nel 1976 diceva “oggi non ci sono più almeno tre prime compagnie verdiane come ai miei tempi” e, preciso la Caniglia si riferiva alla patria perchè per il mondo altro che tre prime compagnie. I cantati, come dimostrato dalal compagnia dei “mal tra insema” della Straniera fiorentina dovrebbero cantare e basta, ma la vita vissuta e l’onesto lavoro di Maria Caniglia e Carlo Bergonzi devono essere citati.
9 pensieri su “Un’Aida veneziana: Labò, Cossotto, Tucci, Protti 1970”
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Io c’ ero. Avevo tredici anni, ma il ricordo è ancora vivissimo. La Fenice a quel tempo faceva spesso cose superiori a quelle della Scala: nel giugno 1972, in tre settimane io ascoltai il Roberto Devereux con la Caballè, la Traviata con Beverly Sills e Thomas Schippers, poi infine il Requiem di Verdi ancora con Schippers
Mozart!!! Non scrivere ste cose che mi deprimo. Stavo guidando sabato intorno alle 19 e casualmente ho acceso la radio: non sapevo di Aida…..un trono vicino al sol. Ho capito chi cantava, ho cambiato canale. Ps Donzelli correggi il titolo…Cossotto (amore mio aggiungo). Buona serata
Io ho sentito la Cossotto cantare Amneris al Regio di Torino nel 1987 (se non erro). La mia prima Aida. Direttore Nello Santi, regia di De Bosio con delle bellissime scene dipinte di sapore ottocentesco. Credo non mi dimenticherò mai quella Amneris e che probabimente non ne sentirò mai più una simile. Alla fine dell’opera ebbe forse un quarto d’ora di applausi. Dal mio sfigatissimo posto ultralaterale di platea potevo vedere il soprano che cantava Aida che, durante la prima scena del quarto atto, se ne stava fra le quinte ad ascoltare estasiata la Cossotto. Al termine dell’opera le mani mi facevano male da tanto applaudire. Come mi successe poi pochi mesi dopo per Il barbiere di Siviglia diretto da Campanella con Serra, Pola, Dara, Montarsolo e Blake, che, dopo il “Cessa di più resistere” fece venire giù il teatro. Bei tempi!
Fiorenza Cossotto era Amneris nella mia prima Aida all’ Arena. Agosto 1971, insieme a Martina Arroyo, Bergonzi, Mastromei e Bonaldo Giaiotti. Di Aide in Arena con lei poi ne avrò viste almeno una decina e ogni volta al quarto atto mi venivano i brividi quando scagliava la maledizione con la forza di una catapulta
poi ogni anno i suoni erano sempre più spinti e ghermiti…..ma tutti abbiamo applaudito (io a partire dal 1972 in Scala) la protervia figlia dei faraoni della Fiorenza.
Sempre utile rinfrescare la memoria! A proposito di Aida nessuno avrebbe da postarmi il duetto finale con Bergonzi e Caballe alla Scala? Edizione oggi introvabile
Radames è Flaviano Labò…… da come è scritto il titolo si è portati a credere di ascoltare Bergonzi…..
scusate scritto il titolo in fretta e furia con l’android…… ho posto rimedio. Bergonzi la cantò qualche anno dopo a Venezia e proprio nell’allestimento di Ceroli, se non sbaglio.
Nel 1978. Fu la produzione in cui debuttò Giuseppe Sinopoli. Le scene erano quelle di Ceroli, usate anche per la ripresa di questi giorni