Quanti siano gli anni i melomani discutono. Roland Mancini nel suo testo fondamentale sull’opera indica nel 1929 l’anno di nascita di Marilyn Horne ed attesa la precisa informazione che connota il critico francese dobbiamo credergli. Il fatto che la cantante sia arrivata alal Scala ed al Met a quarant’anni non deve destare meraviglia perchè molte doti aveva miss Horne per fare carriera salvo la voce bella ed importante. Eppure i suoi modelli dichiarati di accento, fraseggio e canto sono la Schumann-Heink, la Onegin, la Matznauer e la Stignani ossia le più belle e sontuose voci che la corda di mezzo abbia espresso ed il disco documenti. Una delle tante particolarità di questa cantante che trovò in Rossini il suo autore, il veicolo per fama, ricchezza e forse storicità e Rossini trovò la sua profetessa e patronessa, che anche in forza di situazioni cogenti, fece risorgere per un ventennio i fasti della stagione rossiniana.
La scena di Neocle fra le tombe dell’assediata Corinto fu il momento che rivelò al pubblico scaligero la pingue signora americana. Aggiungo che solo preconcetti culturali impedirono che dopo Neocle in Scala arrivassero Arsace, Tancredi, Malcolm, Falliero, Ciro, Arsace di Aureliano e solo con fatica e di fatto nei teatri europei Marylin Horne potè esprimere il massimo delle sue potenzialità. Ricordo la voce che chiara, limpida argentina si espandeva nella sala. Mai più dopo questo Neocle la Horne esibì un suono tato alto di posizione e squillante come quello dei modelli della vecchia scuola (preciso la sola scuola di canto ed interpretazione) cui apertamente si inspirava.
2 pensieri su “Horne’s birthday”
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Bel profilo di una voce che riempie ancora alcune ore della nostra vita con la gioia di averne ascoltato in passato gli armonici in teatro e la felicità di accontentarsi ora del superbo frasegggio e della capacità di variare con gusto e musicalità. Certo la vecchia scuola caro D.D. ma anche tantissimo talento bene impiegato, vivaddio!
sai la Horne a la Sills, cinquant’anni fa precisamente il 2 maggio 1969 furono il mio primo ascolto operistico in Scala. Quando si parla di imprinting non vale solo per gli animali, ma anche per l’animale umano.