Ricorre oggi il 41° anniversario della morte di Maria Callas, che quest’anno è stata celebrata anche dall’uscita nei cinema del film-documentario “Maria by Callas” di Tom Volf, incentrato sulle parole della stessa Callas, più che sui ricordi di altre persone, spesso venute a contatto con la cantante in modo marginale. Abbiamo pensato quest’anno di ricordarla in un brano apparentemente inusuale da associare al repertorio della Callas conosciuta dai più, ossia le variazioni di Proch, retaggio del repertorio degli anni di studio in Grecia con la maestra Elvira De Hidalgo e simbolo di quella prima parte di carriera in Grecia, dove la Callas si esibiva in concerto anche in arie dallo Stabat Mater e dall’Otello di Rossini, alternate ai più pesanti ruoli in Fidelio, Tiefland, Tosca, preludio all’arrivo in Italia e ai primi anni di esibizioni e successi che porteranno all’inizio del mito della cantante. Non è certo difficile da capire il trionfo di applausi che la accoglie alla fine di un’esecuzione quanto mai precisa e arricchita dallo spessore di una voce che in quegli anni, senza problemi di sorta e fatica alcuna, sapeva passare da Norma a Tristano, da Turco in Italia a Parsifal. Il vero inizio del Mito, le cui radici, come la stessa Callas qui ci ricorda, vanno sempre ricercate nella Musica e nelle sue grandi interpretazioni.