Pochi giorni fa ci ha lasciati Gennadij Nikolaevič Roždestvenskij. Classe 1931 il suo nome è legato alla grande scuola musicale sovietica. Direttore dal gesto generoso ed estroverso, finissimo musicista dal repertorio estremamente vasto (con un’ovvia predilezione per i compositori russi) e capace di comunicare con semplicità e chiarezza anche la trama musicale più difficile. A soli 20 anni arrivò a dirigere al Bolshoi, di cui poi sarà direttore principale. La sua carriera toccherà il podio delle principali orchestre sovietiche (tra cui spiccano l’orchestra della Radio e Televisione e l’orchestra del Ministero della Cultura con cui inciderà molti cicli sinfonici). Realizzò con le sue compagini numerose tournée in tutto il mondo (nel ’73 anche alla Scala con i complessi del Bolshoi) e frequentò le maggiori orchestre europee. Un grande musicista, un grande interprete: un classico che ad ogni ascolto regala nuove emozioni (come il suo splendido ciclo di Šostakovič: il primo che ascoltai e che ancora oggi mi piace riprendere). Doveroso il nostro omaggio con una splendida interpretazione della Seconda Sinfonia di Scrjabin.