Sabato 5 maggio si è inaugurata in grande stile, l’edizione 2018 del Festival Monteverdi di Cremona che – dopo i fasti dell’anno passato con la celebrazione dei 450 anni della nascita del compositore, culminata con la superlativa esecuzione del Vespro della Beata Vergine in Cattedrale da parte di Gardiner e i suoi complessi – offre anche questa volta una programmazione interessante e ricca di eventi, anche se in tono minore rispetto al notevole sforzo produttivo del 2017. L’apertura di quest’anno è stata dedicata a Vivaldi, astro del barocco italiano, e affidata alle mani esperte di Fabio Biondi e la sua Europa Galante. In programma tre concerti per archi – il “concerto ripieno” in sol minore RV 152 e due per violino solista (il sontuoso RV 367 e l’elegante RV 222 dedicato alla “Signora Chiara” musicista del Pio Ospedale della Pietà) – e la serenata “La Gloria e Himeneo”, composta per l’ambasciata francese a Venezia, in onore delle nozze di sua maestà Luigi XV e la nobile polacca Maria Leszczynska. La prima parte del concerto ha visto lo sfoggio del virtuosismo violinistico di Biondi, benissimo accompagnato dal suo ensemble, con sonorità spumeggianti e frizzanti in un’atmosfera autenticamente barocca nel giustapporsi dei rapidi movimenti danzanti e delle delicate eleganze degli andanti, ben sottolineando i differenti caratteri delle composizioni, in un certo senso emblematiche della variopinta gamma del violino vivaldiano. La seconda parte, invece, è stata interamente occupata dalla serenata: non ci è pervenuta la sinfonia e la prima pagina del manoscritto, così da costringere l’ascoltatore ad entrare “in medias res” nella celebrazione così lieta e ottimista di fedeltà e felicità coniugale (al netto delle numerosi amanti che popoleranno la vita del sovrano). L’opera alterna recitativi, arie brillanti e due brevi duetti in cui virtuosismi ed effetti si occupano di omaggiare la coppia regale in un trionfo di luminosità e ricchezza musicale. Le voci di Sonia Prina e Vivica Genaux – rispettivamente Gloria e Imeneo – hanno presentato luci e ombre. La Prima ha sfoggiato buon temperamento e maggior controllo nell’ornamentazione e nei virtuosismi rispetto al recente Orlando veneziano, ma ha mostrato i consueti problemi nel registro grave; la Genaux ha fornito una prova abbastanza convincente nella brillante esecuzione della coloritura, ma ha latitato nel temperamento (senza contare quel suo modo “particolare” nell’eseguire le agilità che tendono a “restare in bocca”). Tuttavia l’esito è stato decisamente piacevole senza che le imperfezioni – poche rapportate anche alla tipologia di scrittura – compromettessero la riuscita generale. Unico appunto che mi sento di fare è l’incomprensibile taglio della penultima aria: una manciata scarsa di minuti affidata a imeneo. Incomprensibile sia perché non presenta affatto difficoltà diverse dalle altre arie, sia per il misero risparmio di temo: risparmio comunque vanificato dal bis dell’ultimo duetto concesso alla fine dagli interpreti. Alla fine meritatissimi applausi per tutti, in particolare per il direttore/violinista che imbracciava il suo Guarneri del 1686. Una bellissima inaugurazione, in parte tuttavia squalificata dallo spettacolo di estremo provincialismo accaduto nel corso dell’intervallo: poco prima dell’inizio della seconda parte il sindaco di Cremona ha “pensato bene” di prendere in mano il microfono per un’improvvisata celebrazione di sé e della sua giunta attribuendosi i meriti del Festival e sciorinando inesattezze e banalità su Vivaldi e Monteverdi, a cui ha fatto seguito analoga prolusione del neo Assessore alla cultura della giunta regionale che ha tenuto a precisare come la Regione abbia patrocinato il Festival (“cacciando” i soldi) e portando i saluti del Presidente Attilio Fontana: pochi applausi di cortesia hanno infine segnato la conclusione di questa infelice parentesi, più adatta alla pro loco di Roccacannuccia che ad un festival di respiro internazionale come quello cremonese. Alla fine alcuni ascolti per entrare nel clima vivaldiani così ben costruito nello splendido scenario barocco della Chiesa di S. Marcellino.
Gli ascolti:
Sinfonie e Concerti (I Musici – 1981):