Quando nel 1937 alla Scala venne riproposta Francesca da Rimini si considerò la proposta una giusta riparazione per un autore ed il suo più significativo titolo, che mancava da tempo (meno di un ventennio) nel cartellone del massimo teatro milanese. Oggi Francesca da Rimini sta per ritornare alla Scala dopo una assenza di quasi sessant’anni. Assenza ingiustificata ed indegna perchè il titolo di Zandonai rappresenta un particolare prodotto del ‘900 italiano, che deve essere proposto e sulla cui importanza il pubblico deve essere sensibilizzato. Operazione questa pericolosa perchè un pubblico sensibilizzato ed acculturato rappresenta per teatri che offrono per sistema prodotti provinciali e scalcagnati un serio pericolo. La limitata circolazione di Francesca può avere preservato l’opera da esecuzioni facilone ed abborracciate. Esecuzioni come quella diretta da Antonio Guarnieri, quella scaligera con l’irraggiungibile Olivero o quella Rai del 1958 con Ilva Ligabue, assoluto contraltare a Magda Olivero e la bacchetta di Sanzogno, che del ‘900 era fine conoscitore, sono esecuzioni di rilievo e di importanza storica. Spiace che, come per altre opere del ‘900 non esista la testimonianza dei primi interpreti, che in Scala furono Pertile e Rosa Raisa o della Canetti prima interprete assoluta. Esiste e verrà proposta l’esecuzione del primo Malatestino che fu Giuseppe Nessi e che registrò con Mariano Stabile la scena della delazione. Oggi, però, offriamo una scena della delazione più vicina a noi e che schiera uno degli specialisti delal parte vilain di Gianciotto Malatesta e Sénéchal qui in un ruolo ufficialmente di secondo tenore, che si riannoda ad una tradizione d’oltralpe e wagneriana in particolare (Zandonai non dimentichiamo che era suddito austroungarico e figlio di quella formazione musicale) del tenore nel ruolo non già di amoroso, ma di deforme e delatore. Malatestino è deforme in quanto cieco e delatore perchè respinto da Francesca.
2 pensieri su “Zandonai – Francesca da Rimini- duetto Gianciotto Malatestino – Protti-Senechal”
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Sto riascoltando le varie incisioni. Nessuno supera, a mio avviso, la fiammeggiante direzione di Gavazzeni. Nemmeno Guarnieri. E la Olivero è imparagonabile ……..
L’incisione Nessi – Stabile è veramente splendida.
In questa edizione, si vede che voce aveva il buon Protti! Tanta, tanta, tanta. E di qualità. Mi avevano raccontato che quando provava nella sua casa di Cremona dovevano tenere le finestre semiaperte perché faceva ballare i vetri.
Direi che poi può essere considerata un omaggio al bravo Sénéchal, impagabile Platée ed Ory, recentemente deceduto.
Ed alla Scala cosa ci si potrà attendere?