Il 12 marzo 1888 nasceva ad Elberfeld, Hans Knappertsbusch. Come Bruno Walter e Furtwängler, visse negli anni convulsi del III Reich: non fu costretto all’esilio, ma pur restando in Germania si mantenne sempre lontano dal nazionalsocialismo, ripagato per questo con ostracismo e diffidenza (era inviso a Goebbels e concentrò la propria attività a Vienna e Salisburgo, lontano dalla più prestigiosa Berlino). Direttore legato al repertorio romantico e tardoromantico tedesco, da Beethoven a Bruckner, Brahms e Wagner di cui fu uno dei massimi interpreti, al termine del secondo conflitto mondiale tornò a lavorare stabilmente in Germania, a Monaco e nel 1951 fu protagonista assoluto della riapertura del Festival di Bayreuth dove diresse il Ring, i Meistersinger (alternandosi con Karajan) e, soprattutto, Parsifal (opera a cui sarà particolarmente legato e a cui fissò quel carattere sacrale e mistico che ne condizionerà per anni ogni esecuzione). Knappertsbusch appartiene a quella che erroneamente si definisce “scuola storica” (in realtà in quegli anni le molte personalità musicali apportavano contributi diversissimi tra di loro, dipingendo un orizzonte variopinto di interpretazioni e approcci). Una ricorrenza importante che oggi non possiamo non festeggiare adeguatamente: Alles Gute rum Gebutstag!
3 pensieri su “130 anni fa nasceva Hans Knappertsbusch.”
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Caro Duprez, hai fatto benissimo a ricordare questo autentico gigante. Senza di lui, la Neue Bayreuth non sarebbe esistita: era la componente di tradizione di quel periodo, ma accettava anche tutte le componenti innovative grazie al lavoro di concerto coi fratelli Wagner, e coi cantanti che rinnovavano il repertorio. Ogni volta che ascolto la sua Walkure, o la sua Gotterdammerung, rimango stupito dall’intesa palpabile con la Varnay e Hotter.
E che dire del Parsifal? Io trovo eccezionale la sua intesa anche con cantanti fuori dagli schemi del Colle, come la Crespin.
Grandissimo Artista, io lo adoro!
Per me la più astratta e mistica direzione di parsifal. La più straordinaria
Un Parsifal storico, che incise per sempre un certo tipo di approccio al titolo e a cui è contraltare perfetto l’altrettanto storico Parsifal di Boulez: oggi – 70 anni dopo il primo e 50 dopo il secondo – quei due modelli segnano ancora ogni esecuzione del capolavoro wagneriano…non ci si scappa.