Questa sera i grisini non sanno se riusciranno ad entrare alla Scala a vedere Andrea Chénier, non perché non si siano tempestivamente recati a prendere la loro dose di freddo dicembrino alle ore 09:30 in un deserto e desolante portico di via Filodrammatici, deserto e desolante per la scarsità di pubblico in relazione al titolo e ai cantanti schierati che dovrebbero rappresentare “The best”, ma in grazia di questo foglio che è una richiesta di una “spontanea” schedatura del pubblico da parte del teatro con la scusa ormai frusta di prevenire il funesto fenomeno del bagarinaggio. Naturalmente la prevenzione è talmente efficace che questa mattina le solite facce, nostrane e sovietiche, offrivano biglietti sotto il portico. Biglietti che ci permettiamo di osservare inesorabilmente rimarranno invenduti o “sul gobbo” dei bagarini e dei loro mentori. Mentori che ben sappiamo dove alloggino visto le lunghe fisarmoniche di biglietti dei quali i medesimi dispongono. Ai compilatori del modulo, ricordiamo che il D. Lgs. 196/2003 all’Art. 3, “Principio di necessità nel trattamento dei dati”, recita : Art. 3. 1. I sistemi informativi e i programmi informatici sono configurati riducendo al minimo l’utilizzazione di dati personali e di dati identificativi, in modo da escluderne il trattamento quando le finalità perseguite nei singoli casi possono essere realizzate mediante, rispettivamente, dati anonimi od opportune modalità che permettano di identificare l’interessato solo in caso di necessità (http://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/1311248). Conseguentemente i dati sufficienti per emettere un biglietto, idoneo a prevenire il cancro del bagarinaggio, sono il nome ed il cognome, a maggior ragione perché, sempre in nome di questa prevenzione, all’ingresso del teatro può essere richiesto un documento d’identità per verificare nome e cognome del soggetto portatore del biglietto. Non solo, ma siccome lo scopo è ben differente da quello dichiarato nell’allegato foglio che tutti possono leggere non viene indicato nessun dato che consenta di verificare chi sia e che cosa sia “L’Accordo” (Associazione di diritto pubblico? di diritto privato? Fondazione? S.p.a.?), tantomeno una Partita Iva o un indirizzo. E che peraltro all’Associazione “L’Accordo” sia caro il distribuire a vanvera insulti e considerazioni gratuite ne abbiamo avuto l’ennesima prova nell’allegato di La Repubblica “Il Venerdì di Repubblica” editato la settimana passata. Un tempo le schedature erano riservate alle esercenti il meretricio, nelle case di meretricio. Domandiamoci oggi chi esercita il meretricio . Ed anche, in quale teatro al mondo accadono queste cose.
Un pensiero su “Schedare il pubblico”
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L’ennesimo delirio scaligero. In nessun teatro del mondo mi è mai capitato di dover compilare schede dettagliate contenenti i cazzi miei (gestiti, poi, da un’associazione terza a cui è stato appaltato – non so in base a quali alchimie – lo sbigliettamento). Da nessuna parte ho mai condiviso la fila in biglietteria con figure losche (ed evidentemente raccolte qualche minuto prima su marciapiedi e angoli di strade) mandate lì dai noti e arcinoti caporioni per procurarsi accessi e tagliandi. In nessuna biglietteria (Parigi, Londra, Bruxelles, Berlino, NY, Edimburgo) ho visto code gestite in questo modo torbido. L’ennesima vergogna italiana. Sempre più terzo mondo.