Dieci anni dopo: quasi come Dumas. Dieci anni, come per un buon whisky. In dieci anni si invecchia, si cresce, si cambia ed inevitabilmente si guarda indietro. Si guarda l’intreccio di vite, esperienze, fatti, gioie e dolori che hanno accompagnato questa splendida avventura non solo musicale, ma umana, soprattutto umana. Si guarda indietro e si contano gli anni che non sembrano mai così tanti. Il tempo che passa porta riflessioni e cambiamenti – perché cambia tutto – ma alcune cose restano le stesse. Ed in quello che resta c’è il senso del Corriere della Grisi. Resta ovviamente la passione per questa cosa magnifica che è la musica nonostante le delusioni e le illusioni: il Corriere è una fonte inesauribile per noi – e credo per i lettori – di confronto, scontro e apprendimento, senza la pretesa di dar lezioni. In questi dieci anni mi si è aperto un mondo che prima avevo solo sfiorato, o letto in certe cronache divenute mito di nomi storici: ho ritrovato il piacere della scoperta e dell’ascolto di certi repertori. Resta e resterà l’amicizia vera, sincera, profonda e importante: e qui non aggiungo altro. Resta la libertà di questo spazio che accoglie pensieri differenti senza imporre a nessuno linee di condotte o dogmi (e lo sanno i lettori, in parte, e i colleghi che ben conoscono le discussioni anche aspre che stanno dietro gli articoli). Restano anche, purtroppo, le ragioni ideali della nascita di questo spazio: che sono le stesse di dieci anni fa. La decadenza continua e inesorabile nel pubblico incapace di sviluppare un senso critico perché ormai sempre più privo non solo di strumenti culturali, ma soprattutto della voglia e della curiosità di “capire” l’opera e la musica classica aldilà degli aneddoti, della mondanità o del circo nazional popolare che tutto livella al ribasso. L’assenza quasi totale di una critica capace di fare il suo mestiere che è quello di “”maneggiare” con competenza la materia musicale: e non è un problema di opinioni (quelle possono/devono essere differenti e contrastanti), ma di capacità di discernimento, perché leggere oggi la quasi totalità di recensioni – anche sulla stampa specializzata e salvo poche eccezioni – è un desolante esercizio di luoghi comuni, errori, strafalcioni, superficialità, ignoranza. Per questo è nato il Corriere della Grisi. Ricordo la prima volta che ho incontrato gli altri autori: a Bergamo in occasione di uno spettacolo del Festival Donizetti (credo fosse la Lucrezia Borgia). Tornai a casa col sorriso e quel sorriso c’è ancora.