E con questa Fiordiligi decisamente inedita siamo arrivati alla fine di questo breve excursus del buon o grande canto mozartiano. Rosanna Carteri aveva una splendida voce di soprano lirico, ufficialmente non era una cantante particolarmente versata nel canto di agilità anche se la sua Violetta (sostenuta anche dall’avvenenza fisica) testimonia un primo atto valido proprio nell’esecuzione del non facile valzer. In Mozart in un’epoca in cui Mozart lo cantavano una Tebaldi, una Ligabue, una Stella, il soprano veronese cantava parti assai più leggere di quella della dama ferrarese di cui proponiamo la prima aria. In primo luogo rispetto alla soubrettine ingolate e sbiancate che oggi cantano Fiordiligi la Carteri ha una voce sonora, tonda, morbida, calda, sale e soprattutto scena la de senza alcuna difficoltà e se le agilità non sono adamantine come quelle delle maggiori Fiordiligi del tempo (Steber e Jurinac) e sopratutto affrontate con una certa cautela per non intaccare la linea musicale la cantante è di gran lunga superiore per sicurezza e saldezza a quella prescelta quale Fiordiligi alla Piccola Scala nel 1956. Non per nulla Elisabeth Schwarzkopf Legge è stata la antesignana dello scempio del canto mozartiano perpetrato in nome dello stile. A noi poveri vociomani pare di poter effermare che non solo, ma anche i trentasette ascolti proposti in questi ascolti rappresentino tutti le possibili declinazioni del grande canto di scuola applicato a Mozart costanti per quasi un secolo. La forza della tradizione, guarda caso