E dopo una registrazione dei prodromi della Rossini Renaissance, ecco uno dei frutti della maturità di quello stesso fenomeno culturale. Fenomeno culturale autentico, e non indotto da mene e conventicole estranee all’arte, e prodotto della felice confluenza del talento di studiosi ed esecutori. Come Maria Marcolini, prima Clarice, Martine Dupuy, vocalmente la più italiana dei cantanti francesi dell’ultimo mezzo secolo, amava prodursi in ruoli en travesti e qui si diverte a prendersi in giro, sfoggiando un corposo registro grave ma mantenendo sempre il suono vellutato, dolce e squisitamente femminile che la caratterizza. Ne sortisce un’esecuzione marziale e insieme piccante, in cui il guerriero, l’amante e la vedova scaltra sono perfettamente fusi, in un’esibizione di virtuosismo canoro che si fa, di per se stesso, espressivo.