Nell’esecuzione di Ria Ginster, cantante tedesca nata nel 1898 e morta nel 1985 e, credo, piuttosto sconosciuta al pubblico italiano perchè il suo repertorio fu quasi esclusivamente quello cameristico potrebbero esserci critiche o perplessità per gli accomodi alla scrittura vocale, che non si limitano all’omisisone del mi nat. La circostanza, che abbiamo ben dimostrato sulla scorta e del comportamemto di Mozart verso le proprie opere e del comportamento dei coevi verso Mozart, è, però, meno grave di quello che potrebbe sembrare. E poi la proposizone di questa singolare cantante ci dice che anche il cantante da camera deve emettere suoni pieni e rotondi e non ingolati ed indietro per simulare “lo stile”, che deve dare senso alle parole, anche quando non canti nella propria lingua, oltretutto la Ginster cantante di scuola tedesca smentisce, come molte altre, che gli acuti d’Oltralpe debbano suonare fissi e duri e smentisce, aggiungo una delle tante, che negli anni trenta e quaranta i soprani non sapessero eseguire decentemente l’ornamentazione, trillo compreso. La Ginster è una di quei cantanti che, cantando all’italiana, apre agli italiani il mondo -molto chiuso- della musica da camera tedesca.