Renata Tebaldi nei panni di Susanna può sembrare una esagerazione. In teatro la voce d’oro della sua generazione cantò Contessa, ma questa Susanna che non è una soubrette, ma un fascinoso soprano lirico ci richiama la autentica tradizione italiana che da Rosina Storchio arriva a Maria Malibran e magari a Carolina Bassi perché la parte marcatamente centrale di questa furba servotta richiede il centro sontuoso, morbido e dolce oltre che dizione chiara e scolpita, non suoni malmessi e itangliano, per usare un neologismo cellettiano.