all’opposto di Kipnis, voce grande ed importante nella comune accezione e secondo quello che si richiede al basso (specie se in Mozart impiegato nel ruolo di Sarastro) quella leggera, pungente e penetrante di Conchita Supervia, nominale mezzo soprano, dal colore però assolutamente sopranile.
La Supervia non brilla per la qualità del mezzo vocale sia sotto il profilo dell’ ampiezza che della bellezza del timbro eppure il suo Cherubino, ruolo che rappresentò uno dei caposaldi del suo repertorio la cantante spagnola sfoggia ad onta del vibrato della voce e di qualche suono di petto che oggi erroneamente si censura come verista e di cattivo gusto accento misurato e provocante nel contempo, libertà di agogica e di dinamica oggi impensabili e non più praticate sulla base di una malintesa fedeltà all’autore ed al suo pensiero, sempre al servizio dell’espressione (la dizione della Supervia è di quelle che rendono inutile leggere o conoscere il libretto) che ridicolizzano o almeno ridimensionano tutte le esecuzioni successive.