L’intenzione era quella di proporre Lisbeth Sättler nell’aria del Re pastore, uno dei dischi giustamente più celebrati della cantante tedesca, ma di recente, su un forum virtuale dedicato alle incisioni antiche (uno di quei gruppi che, a detta di alcuni, andrebbero chiusi e murati a calce, onde disperdere la memoria di fenomeni quali il canto professionale), è stato pubblicato l’audio di un concerto, tenuto da Frau Rethberg pochi mesi prima dell’addio alle scene. Ricordiamo che la cantante aveva esordito venticinque anni prima e che da almeno un quindicennio praticava sistematicamente Verdi, Wagner, Puccini e gli autori veristi (senza sognarsi di “liricizzarli”), oltre naturalmente a Mozart e Richard Strauss. Ebbene, questa matura, forse un poco matronale Ilia, a onta di qualche suono “tirato” in alto sbalordisce non solo per l’ampiezza della voce (che la registrazione dal vivo, seppur con tecnica relativamente precaria, capta alla perfezione), ma per il controllo che la cantante, pur nell’usura del mezzo, esibisce. Basti sentire “e gli dite ch’io l’adoro”, in cui la Rethberg trova persino il colore della fanciulla tenera e al tempo stesso nobilmente altera.