Dal momento che l’abbiamo ricordato nelle riflessioni sulla Clemenza salisburghese, riascoltiamo Julius Patzak nell’altro importante ruolo scritto da Mozart per il tenore Antonio Baglioni, l’amorevole genero mancato del Commendatore. È la dimostrazione pratica che si può cantare all’italiana anche eseguendo l’aria in traduzione tedesca, con un controllo dell’emissione e una gestione dei fiati che conferiscono all’altrimenti linfatico Ottavio la tenera sollecitudine e nobile purezza, indispensabili per farne il contraltare del satanico protagonista.
Un pensiero su “Cantare Mozart. 2: Julius Patzak, Don Ottavio.”
Lascia un commento
Devi essere connesso per pubblicare un commento.
Ha poco o niente da invidiare a Tauber e MacCormack. Solo i fiati sono un po’ più corti – ma che maestria nel rubarli!