150 anni fa nasceva Arturo Toscanini. Per alcuni il più grande direttore d’orchestra italiano di tutti i tempi ed il massimo esegeta di Verdi, per altri semplicemente il più grande direttore tout court, per altri ancora, invece, una “fabbrica di note” e – rubando le parole a Furtwängler – un mero “battitore” di tempo (personalmente mi iscriverei tra questi ultimi). Forse è stato tutto questo, forse di più o di meno, ma comunque la si pensi non si può negare o ridurre la storicità di Toscanini e la sua influenza profonda negli anni della sua lunga carriera e nei tempi a venire. Chiunque faccia o solo ascolti opera deve confrontarsi e scontrarsi con la figura del Maestro parmigiano: oggi il suo nome è ancora usato – ma più spesso abusato – per identificare ipotetici modelli o attribuirsi presunte filiazioni. La stampa, la televisione, i media in generale hanno portato all’identificazione di Toscanini con IL direttore d’orchestra per eccellenza, calcando la mano sull’aneddotica di genere, sul carattere brusco, sul piglio combattivo e le sfuriate, sulla “dote” (riconosciuta dai più – proprio per la semplificazione della vulgata – come autentico ed irrinunziabile requisito per poter far musica con autorevolezza) d’affrontare “a muso duro” musicisti, orchestrali e cantanti in un parodistico bozzettismo che non si risparmia certo in bestemmie ed imprecazioni. E’ il Toscanini da cartolina, quello “che piace” a chi sa poco o nulla di musica e che crede che imitarne gesti, atteggiamenti ed esuberanza verbale sia condicio sine qua non per svolgere il mestiere. Ma per fortuna non è il solo Toscanini possibile. Certo accanto al bozzetto c’è anche l’agiografia pronta all’esagerazione spudorata (ancora oggi si legge che che fu proprio lui a imporre d’eseguire le opere così come scritte senza tagli e alterazioni: mentre invece Toscanini agiva come un uomo del suo tempo con i patteggiamenti del caso e gli interventi a volte anche eccessivi, esattamente come gli altri suoi colleghi) e non manca la critica revisionista nel senso più deteriore di chi trova un certo qual gusto perverso nello smitizzare e denigrare la celebrità pur guadagnata sul campo (sul podio in questo caso). Poi c’è un altro Toscanini ed è quello che più ci interessa. C’è la storia di un uomo nato negli anni più turbolenti della nostra unità nazionale in un mondo dove tutto stava mutando, dove c’era un popolo da inventare: un uomo di origini modeste (era figlio di un sarto/soldato di idee mazziniane disertore per seguire Garibaldi in Aspromonte) che, come in un romanzo di Fogazzaro, entrò in Conservatorio grazie ad una borsa di studio e si trovò catapultato dalla provincia emiliana al Sudamerica con una compagnia operistica girovaga finendo “scaraventato” per la prima volta sul podio, in Brasile, per sostituire un direttore d’orchestra incapace. Ma è anche la storia di un uomo ostinato e caparbio che da anonimo violoncellista di un’orchestra scalcagnata, da lì a pochi anni divenne arbitro indiscusso della scena musicale italiana e internazionale, intimo di compositori e uomini di cultura, coccolato in USA e in Europa, un mito vivente che si confrontava da pari con Mahler a New York e a Vienna. E’ la storia del socialista che voltò le spalle a Mussolini e Marinetti quando si accorse che la rivoluzione non sarebbe mai passata per la camicia nera e che pagò con l’esilio e l’umiliazione la fedeltà alle proprie idee. Ma è anche la storia di un italiano che trovò davvero l’America in quell’esilio dorato e sofferto, ricco di gratificazioni e soddisfazioni, ma anche di rabbia per quella sua patria dovuta abbandonare. E’ la storia, infine, dell’uomo burbero e sincero che disse di no a Einaudi e allo scranno di senatore a vita perché, forse, ancora arrabbiato con la sua terra che tanto aveva sofferto e fatto soffrire. Ma Toscanini fu soprattutto musica. Tanta musica come si usava un tempo, in un repertorio vastissimo e variegato. Musica affrontata senza sconti e senza compromessi. Musica, anche, che personalmente trovo spesso lontana dai miei gusti e dalle mie idee interpretative, ma che senza dubbio ha lasciato e lascia tuttora un segno indelebile. Oggi il mondo celebra Toscanini e i suoi “primi” 150 anni, ed è giusto che in mezzo a tante celebrazioni effimere o parossistiche, si renda omaggio ad un uomo, un musicista, un artista che ha fatto la storia, vivendo la storia…quella vera: tra guerre e pace, povertà e ricchezza, gioia e dolore, grandi slanci ideali ed esilio, sofferenze e gratificazioni. E tutto l’orrore del ‘900 martoriato da guerre e dittature. Certo a leggere l’elenco di chi lo celebrerà (e di come lo farà) viene un po’ di sconforto, e forse viene da pensare – lo direi anche per Furtwängler – che ogni celebrazione in fondo non può che suonare falsa, pretestuosa e pure arrogante. Perché la Storia (con la “S” maiuscola) non si processa e non si giudica, ma neppure si festeggia come fosse il compleanno di un parente: andrebbe forse solo capita e magari rispettata. Ma ora cedo la parola agli altri colleghi del blog che, al contrario di me, apprezzano maggiormente il modo di far musica di Toscanini e sapranno ricordarlo con maggior trasporto, come in fondo è giusto che sia: ringrazio però subito l’amico Nourrit per i consueti splendidi ascolti che impreziosiscono ogni discorso e danno un senso più autentico alle nostre insufficienti parole.
Gilbert-Louis Duprez
Non credo di poter aggiungere altro alla magnifica analisi, esatta e condivisibile, che ci ha offerto Duprez sulla figura di Toscanini, fra le più rilevanti e mitiche del panorama storico musicale, la cui fama è arrivata pressoché intatta fino ai giorni nostri. E sono passati già sessant’anni dalla scomparsa. Ritengo che, come in molti altri casi, il miglior modo di celebrare l’Artista sia dare spazio alle testimonianze musicali, nel caso di Toscanini numerosissime e che, personalmente, ho trovato sempre molto interessanti da ascoltare, perché ci forniscono la prova di come il “Mito” del grande direttore d’orchestra passi nel suo caso non solo dall’aneddotica, ma soprattutto dalla Musica, ossia da un repertorio pressoché sconfinato, sia nell’opera che nella sinfonica, affrontato senza snobismi di sorta, caratteristica questa comune pressoché a tutti i direttori d’orchestra con cui Toscanini ha condiviso fama e rivalità, e che gli faceva proporre nello stesso concerto Rossini e Strauss, Ravel e Catalani, Handel e Roussel, lasciando anche spazio ai contemporanei, cercando di valorizzare ogni autore senza distinzione. Un piccolo esempio del repertorio toscaniniano abbiamo pensato di offrirlo negli ascolti proposti, quasi tutti tratti da una serie di concerti con la NBC Symphony Orchestra, che si tenevano a cadenza settimanale, in cui il grande direttore offriva grande musica al pubblico della radio. Mi sento di poter dire che difficilmente un direttore d’orchestra oggi in carriera possa esibire lo stesso repertorio e, sia chiaro, con i medesimi risultati, perché ogni autore e brano era proposto dopo attento studio e preparazione, in esecuzioni dall’altissima qualità esecutiva, con estrema attenzione ai dettagli e soprattutto spazio allo spiccato senso teatrale del direttore, il quale, sia alle prese con l’Ouverture di Semiramide, piuttosto che con il preludio all’Atto IV di Wally (per limitarci ad un solo esempio), ci restituisce esattamente il clima del brano, la situazione drammatica, il pathos del momento teatrale, senza confondere stili ed epoche di scrittura, una qualità questa sempre più persa nel nostro presente in cui siamo costretti a sentire opere grandiose svilite a farsette insipide da direttori che non solo non riescono ad immaginare come debba “suonare” certa musica, ma che sono ben lungi dal sentirsi in dovere di documentarsi sulle ragioni che stanno alla base delle grandi esecuzioni di Miti come Toscanini.
Adolphe Nourrit
Gli ascolti
Ludwig van Beethoven
Missa Solemnis, in Re Maggiore, Op. 123
Elisabeth Rethberg
Marion Telva
Giovanni Martinelli
Ezio Pinza
Organo – Pietro Yon
Schola Cantorum
New York Philharmonic Symphony Orchestra
Arturo Toscanini
New York, Carnegie Hall, 28 Aprile 1935.
Parte I
Parte II
BBC Broadcast del 16 Giugno 1937
BBC Symphony Orchestra
Arturo Toscanini
God Save the King
Richard Wagner
Faust Ouverture
Lohengrin – Atto I – Preludio
Lohengrin – Atto III – Preludio
Tannhäuser – Ouverture und Venusberg
Siegfried Idyll (incompleto)
Siegfried – Waldweben
Götterdämmerung – Siegfrieds Rheinfahrt
Die Walküre – Walkürenritt
NBC Broadcast del 05 Febbraio 1938
NBC Symphony Orchestra
Arturo Toscanini
Domenico Scarlatti (arr. Vincenzo Tommasini)
Le donne di buon umore
Balletto preparato nel 1917 per i Ballets Russes da Vincenzo Tommasini su sonate di Domenico Scarlatti
Felix Mendelssohn
Sinfonia n°4, in La Maggiore, Op. 90
Hector Berlioz
Roméo et Juliette – Scherzo: La reine Mab, reine des songes
Gioachino Rossini
Semiramide – Ouverture
NBC Broadcast del 12 Febbraio 1938
NBC Symphony Orchestra
Arturo Toscanini
Carl Maria von Weber
Euryanthe – Ouverture
Johannes Brahms
Sinfonia n°2, in Re Maggiore, Op.73
Richard Wagner
Siegfried Idyll
Paul Dukas
L’apprenti sorcier
NBC Broadcast del 22 Ottobre 1938
NBC Symphony Orchestra
Arturo Toscanini
Gioachino Rossini
La Cenerentola – Ouverture
Richard Strauss
Don Quixote, Op. 35
Violoncello – Emanuel Feuermann
Ludwig van Beethoven
Sinfonia n°5, in Do Minore, Op. 67
NBC Broadcast del 05 Novembre 1938
NBC Symphony Orchestra
Arturo Toscanini
Paul Graener
Die Flöte von Sanssouci op. 88 (Introduzione e Sarabanda – Gavotta – Aria – Rigodon)
Samuel Barber
Adagio for Strings (Prima esecuzione)
Essay for Orchestra N°1, Op. 12 (Prima esecuzione)
Claude Debussy
Images pour orchestre – II. Ibéria
Antonin Dvorak
Sinfonia n°9, in Mi Minore, Op.95, B. 178
NBC Broadcast del 19 Novembre 1938
NBC Symphony Orchestra
Arturo Toscanini
Robert Schumann
Manfred, Op. 115 – Ouverture
Felix Mendelssohn
Sinfonia n°5, in Re Minore, Op. 107
Richard Wagner
Die Meistersinger von Nürnberg – Atto III – Preludio (In memoria di Clarence H. Mackay)
Hector Berlioz
Roméo et Juliette – Scène d’amour – Nuit serène
Gioachino Rossini
Guillaume Tell – Acte I – Pas de six
Guillaume Tell – Acte III – Pas de soldats
NBC Broadcast del 21 Gennaio 1939
NBC Symphony Orchestra
Arturo Toscanini
Hector Berlioz
Harold en Italie, Op. 16
Viola – William Primrose
Alfredo Catalani
La Wally – Atto III – Preludio
La Wally – Atto IV – Preludio
Loreley – Atto III – Danza delle Ondine
Maurice Ravel
Boléro
NBC Broadcast del 21 Ottobre 1939
NBC Symphony Orchestra
Arturo Toscanini
Sergey Prokofiev
Sinfonietta in La Maggiore, Op.5
Johannes Brahms
Doppio Concerto in La Minore, Op. 102
Violino – Mischa Mischakoff
Violoncello – Frank Miller
George Templeton Strong
Die Nacht
Richard Wagner
Parsifal – Atto III – Incantesimo del Venerdì Santo (In Memoria di Lawrence Gilman)
Die Meistersinger von Nürnberg – Atto I – Preludio