Pranzi di Natale.

Il Natale si riduce per chi non ne riconosce la essenziale sacralità a regali ed a abbondanti pranzi. In questo tutti si ritrovano ed allora ai pranzi dedichiamo quest’augurio del Corriere. Ciascuno degli autori potrebbe postare un grande piatto delle proprie terre di origine e sarebbe una grandiosa esposizione della tradizione non solo italiana, ma europea ed asiatica. Sono tutti piatti dove la tradizione voleva per la festa più importante dell’anno splendore ed opulenza. Come a dire nell’opera Melchior e la Flagstad, Anita Cerquetti, Titta Ruffo.
Talvolta con l’avanzare ed il dilagare del benessere i piatti ormai della tradizione sono divenuti raffinati, ricercati a scapito del genuino e dell’opulento come a dire nell’opera la Magda, Beverly Sills, Blake, per citare i primi che vengono alla mente e che hanno sempre coniugato qualità e raffinatezza.
Ma il mio vero autentico pensiero oggi con gli auguri di un Natale congruo ai loro gusti va agli slurpisti e slurpatori. Ovvero a quei critici che funestano carta stampata, web raccontando balle spaziali, che tutto è bello, che mai sono state offerte produzioni come quella che vanno celebrando, crediamo con poca onestà perché se credono a quel che scrivono sono gravemente audiolesi. E slurpisti e slurpatori sono anche nel pubblico, composto da perenni pellegrini fra teatri e camerini dove omaggiano pseudo artisti, credendo per ignoranza e disinformazione di aver sentito qualcuno di quelli che ho citato prima, che, però, rispetto a quelli di adesso hanno dei difetti. Il loro pranzo natalizio è fatto di pappine semi solide, morbide e poltacee, assolutamente inodori ed insapori. Ma sono assolutamente di moda, mica ordinarie come un bel bollito misto con mostarda e salsa verde.

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