Non meno impressionanti, sotto il profilo vocale ed espressivo, dei colleghi della scorsa puntata i Marcello di oggi, Plançon e Journet. Entrambi affrontarono in teatro la parte di Saint-Bris (al Metropolitan al fianco di un Marcello del calibro di Edouard De Reszke, che sarà oggetto di una prossima riflessione), Journet cantò in alcune occasioni anche il servitore di Raoul. Entrambi dotati di una voce tendenzialmente chiara e dotata di squillo quasi tenorile sugli acuti, scendono senza intaccare la posizione del suono, che risulta sempre perfettamente a fuoco e non bitumato o prossimo al parlato. Plançon, che si compiace di un tempo piuttosto comodo, sfoggia grande eloquenza e carica di nostalgia più che di furore guerriero la sua rievocazione dell’assedio de La Rochelle, mentre Journet, forte di una dizione scolpita (particolarmente evidente in una frase come “Brisons au tranchant du fer”), utilizza fino in fondo le risorse della sprezzatura, variando dinamica e agogica quasi a ogni battuta, quasi a sottolineare la concitazione della scena bellica.