Nel 1917 un quasi sessantenne Fernando De Lucia incise, ovviamente in italiano, la romanza di Raoul. Nonostante la tonalità sia abbassata a la bemolle (quindi viene toccato il si bemolle nella cadenza) e la qualità non certo eccelsa della registrazione, il tenore emerge per il suo approccio da grande stilista. Se il timbro non è particolarmente soggiogante, il bagaglio tecnico permette però al cantante di sfoggiare, oltre al legato, una vasta gamma di dinamiche sempre improntate alla morbidezza e alla dolcezza fin da quel poco che rimane del recitativo; solo nel finale il tenore abbandona la mezza-voce per rendere al meglio il casto ardore che anima Raoul trascinato dal ricordo di cotanta bellezza. L’approccio così delicato e il tempo piuttosto largo restituiscono alla romanza quel senso di estatica visione che è la cifra più genuina del racconto del giovane ugonotto.