Tutti gli anni il 23 settembre sentiamo urgente ed irrinunciabile ricordare il nostro amico Tino, che ci ha lasciato già da sei anni. Ricorare Tino (anzi il Tino) sarebbe l’occasione per proporre la Callas, di cui fu uno dei più giovani, ai tempi dei fatti, e più ferventi ammiratori. Per chi non lo sapesse raccontava sempre che andava davanti alla casa della divina in via Buonarroti (adesso hanno messo una targa e i più folli fans favoleggiano che ci siano ancora le fondamenta della villetta, insomma i nove strati di Troia) a sentirla provare Fedora. E siccome Lei conosceva bene “i suoi polli” a tarda notte sbucava dalla porta, gli diceva di andare a casa e di passare in cucina a farsi fare almeno il caffè. Il vero fan in presenza della diva non prova fame, sete, caldo, freddo.E la Callas lo sapeva bene.
Questa volta, però, lo ricordiamo con Claudia Muzio. La Muzio era la cantante più vicina al modo di esprimersi e di fraseggiare della Callas e il Tino spesso parlava di una coerenza e di un “discorso” costante neel registrazioni della Muzio. Altra divina di cui almeno in Sud America neppure la Callas riuscì ad offuscare la fama.
Un pensiero su “per ricordare l’amico”
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Anch’io ero amico “del Tino” anche se un po più giovane.Vi sono grato che lo ricordiate. Abbiamo fatto tante file insieme per il loggione per vedere “la Maria”. Tino mi raccontava tutto dei primi anni della Callas e mi ha insegnato ad apprezzarla. Tino era un popolano (come me) che amava l’opera ed era molto competente. Mi ha insegnato molto, sulla Callas, e sull’opera in genere. Entrambi facevamo parte di un mondo del vecchio “loggione” della Scala che adesso non c’è più. Un mondo che nel bene e nel male è stato l’anima viva, critica, appassionata,a volte di parte ma sicuramente partecipe, che rendeva viva le serate scaligere. Ora sono anni che non frequento più la Scala perchè le ultime volte che ci sono stato sono uscito disgustato. Non so voi come possiate continuare a frequentare quel teatro, con quel pubblico poi, che non sa niente, che non capisce niente e al quale si può far passare qualsiasi cosa. Che tristezza. Daltronde è tutto il nostro paese che è ridotto così. Con Tino abbiamo riso tanto e abbiamo discusso tanto. Amava anche il teatro di prosa come me (io poi ho fatto l’attore…) e lui è stato stupendo nell’incoraggiarmi, nello spronarmi…
Vi ringrazio che voi lo ricordiate
Antonio