La trasmissione a mezzo streaming di una patetica esecuzione di Forza del destino, riguardo la quale altri del sito avranno da dire brevemente la loro opinione ha indotto una ricerca negli archivi. Ci auguriamo positiva.
E’ saltata fuori una Forza del destino genovese, con i soliti tagli di tradizione, ma cantata come si deve cantare la Forza e come la stessa veniva eseguita spesso negli anni ’70, che furono gli ultimi di corrente e corretta circolazione del titolo verdiano. Sino a quegli anni infatti i titoli del cosiddetto tardo Verdi (escluso Otello viso il timore che il ruolo protagonistico incuteva ai tenori) avevano regolare rappresentazione perché vi erano ancora voci verdiane o almeno adatte ad affrontare senza guai ed elevati rischi quei titoli.
Oggi l’idea che un teatro proponga Forza del destino assume quel carattere straordinario, che trenta anni fa assumeva una ripresa di Tancredi e Semiramide. E’ questo il vero elemento su cui riflettere oggi piuttosto che sui tagli di tradizione, qualche acuto non certo facile ed inficiato da portamenti di Bergonzi, sulle inclinazioni troppo veriste di Cappuccilli o qualche faciloneria di accento della Orlandi Malaspina, per altro l’ultima grande voce di soprano drammatico prodotta dalla scuola italiana.
Non riflettere su questi elementi è non voler vedere la realtà, che è la difficoltà o impossibilità di offrire normalmente un titolo come la Forza del destino.
Buon ascolto.
Giuseppe Verdi
La forza del destino
Leonora di Vargas – Rita Orlandi Malaspina
Don Carlo – Piero Cappuccilli
Don Alvaro – Carlo Bergonzi
Padre Guardiano – Bonaldo Giaiotti
Preziosilla – Anna Maria Rota
Fra Melitone – Alfredo Mariotti
Curra – Rosemarie De Rive
Mastro Trabuco – Franco Ricciardi
Un Alcalde – Virgilio Carbonari
Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Genova
Direttore d’orchestra – Paolo Peloso
Genova, Teatro Margherita, 11 Maggio 1970.
Atto I
Atto II – Scena I
Atto II – Scena II
Atto III – Scena I
Atto III – Scena II
Atto IV – Scena I
Atto IV – Scena II
Edizione pregevole, pur se non stratosferica (le pietre miliari per quest’opera sono altre), con con un cast di grandi voci perfettamente calate in questo repertorio, perché tali furono senza dubbio Bergonzi, Giaiotti, la Orlandi-Malaspina e persino Cappuccilli.
Concordo che è con gli anni 70 che finiscono le edizioni davvero meritevoli del tardo Verdi (e non solo) almeno per quanto concerne i cantanti, tali da assicurare uno standard quantomeno alto a tutti i ruoli principali; successivamente vi furono alcune (poche) belle e grandi voci pari al cimento, ma spesso calate in contesti con contorni imbarazzanti.
C’ero . All’epoca avevo quattordici anni e il tutto mi parve entusiasmante . Col tempo in effetti su qualcosa ci si ricrede . Ma oggi purtroppo molto si rimpiange .
È esattamente come dici .
io ne avrei avuti 10 di anni e cominciavo ad andare all’opera ad ascoltare le trasmissioni ( quelle di celletti per essere chiari) e che un teatro fosse Genova, Torino, Venezia, Bologna facesse Ballo, Forza, Aida era la regola e se non lo faceva Genova lo faceva Bologna etc…. era la normale prassi o routine che dirsi voglia sulla quale si appoggiavano i teatri del tempo e che serviva ad informare, acculturale, stimolare la materia grigia delle persone…. Adesso belli piatti allineati, ciechi e proni così dicono sempre si, come le pecore di Orwell….e se provi a dire qualche cosa rampogne, insulti e “vergogna”, “non vuoi bene alla Scala” (che non è mia sorella….)
Capitato recentemente a me. Un tizio se l’è presa con me solo perchè buavo un cantante che non cantava ma emetteva suoni bradi e brutti tipo brutti rutti.
Solo venti anni prima quel cantante in quello stesso teatro avrebbe sentito una platea gelida senza manco un applauso.
Io mi ricordo un baritono che aveva cantato Rigoletto in modo tutt’altro che eccelso, ma certo meglio del cantante di cui sopra. Dopo “Cortigiani” il silenzio assoluto, il che è forse peggio degli applausi misti a fischi. Eravamo nel 1989. Ma almeno allora come Gilda c’era la Serra ed il Duca era Raffanti.
Bello ascolto….
Cosa è riuscito a sentire dallo streaming di Genova? Ripresa video da schifo, audio ancora peggio. Primi due atti accorpati che la cosa non va bene per niente… In tutto questo la Caruso mi è piaciuta molto soprattutto nell’ultimo atto. Un bel soprano drammatico italiano. Anche la Preziosilla della Ganassi mi è sembrata buona. Non buttiamo via l’acqua sporca con tutto il bambino…