Vi aspettavate, forse, la recensione. Illusi!!!!! Pereira con l’ennesima impresa cioccolataia di chiamare cantanti inidonei e di sostituirli con altri “filà giò dell’istessa ruca” (traduco: “filati dalla stesso arcolaio”) non ha offerto la promessa Fanciulla ante Toscanini, ma quella post Toscanini con ampia partecipazione del maestro rammentatore. Quindi noi restiamo ancora in attesa di che cosa non lo sappiamo perché l’esperienza ci impone di dubitare di riprese in salute e di edizioni originali. Certo che fra regista, tenore, soprano, edizione prescelta questa Fanciulla di pezzi ne ha persi per strada quasi tutti. Tanto per rimanere nella tradizione vernacola ambrosiana la Fanciulla ricorda la vicenda della Balilla del piazzista della Baia, cantato da Svampa .
E allora con Olivia Stapp che disponeva di un’ottava acuta penetrante e sonora (e pensare che aveva cominciato come soprano centrale o mezzo acutissimo), e due dive emiliane la Frazzoni e Santunione
che negli anni ’50-’70 erano sinonimo di Minnie offiramo un piccolo saggio di quanto mestiere, preparazione attenzione al personaggio ed alla musica fosse la peculiarità di tante cantati, non dive, ma professioniste solide ed oggi introvabili.
PS quanto a commercio di merce usata e figure da cioccolataio pare, da quanto riferito dai quotidiani di oggi, che la prossima stagione scaligera si proponga come un paradigma. Non avevamo dubbi in tal senso
14 pensieri su “In attesa di Fanciulla VI: Olivia Stapp, Orianna Santunione, Gigliola Frazzoni”
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Giusto per la cronaca, il Sig Pereira aveva già anticipato la prossima stagione scaligera più di un mese fa (riportata dal sito di BR Klassik) quale anticipazione data, a quanto pare, all’Ansa (ma non mi risulta che qui da noi ne abbiano dato notizia, perché all’estero invece sì???). Oltre alla già sbandierata apertura con Butterfly, ci sarà il solito miscuglio di produzioni importate che hanno ingrassato il portafogli personale del sovrintendente più altre ritrite, vedi Traviata (bastaaaa!!!), l’ennesimo Falstaff, Don Carlo e Nabucco. In elenco Meistersinger, Ratto dal Serraglio, Gazza Ladra con regia di Salvatores. Ovviamente non trapelano cast anche perché, si sa, quelli si fanno e disfanno in un amen con un colpo di bacchetta degna di Harry Potter. Secondo voi cosa verrà fuori da tutto questo calderone?
Potrei già dirti quasi tutti i cast perché fa benzina sempre nello stesso autogrill
Queste notizie, per caso?
http://www.ilgiorno.it/milano/scala-1.2123066
Certo che ormai alla Scala l’opera da rappresentare sarebbe sempre e solo una, il capolavoro il Leoncavallo!!!
Essa è quella che meglio rappresenta e caratterizza il tutto dell’ambiente…..
Dicevano che San Siro era la Scala del calcio, ora, vedendo come vanno le squadre milanesi potremmo dire che la Scala è S. Siro della lirica….
e dedicarle gli stessi simpatici quadretti che i tifosi delle altre squadre dedicano alla seconda squadra di Milano
http://www.tuttojuve.com/altre-notizie/gli-scudetti-del-carnevale-interista-nella-coreografia-275350
Mi è sempre risultato curioso questo modo milanese di considerare approssimativa l’arte del cioccolataio (e mi piacerebbe saperne di più!), ma concordo sull’imbarazzante faciloneria con cui si fanno le cose in Scala ora. Come è possibile che un teatro come la Scala, che si prende i rischi di fare una versione unica di un’opera non così comune (e pure costosa), non abbia poi un cover, un secondo cast, uno straccio di rete di sicurezza? E’ davvero lo specchio di un sistema malato, organizzato da gente che non sa quello che fa.
hai ragione non sa quello che fa, ma obbedisce a chi li mette in quel posto, non da fastidio, dice di si. Questa è la fine delle arti liberali!
Giusta osservazione. L’arte della cioccolata è di una precisione farmaceutica….
L’espressione “figura da cioccolataio” pare essere di origine torinese: cfr.
http://dizionari.corriere.it/dizionario-modi-di-dire/F/figura.shtml
far la figura del cioccolataio
• Fare una figuraccia.
L’origine risale a un aneddoto storico che vede protagonista Carlo Felice di Savoia. Nel 1823, in clima di Restaurazione, un ricco fabbricante di cioccolato girava per le vie di Torino in una carrozza più sontuosa di quella del re. Infuriato, Carlo Felice avrebbe esclamato: “Quando esco in carrozza non voglio fare la figura di un cioccolataio!”
nessuno ha visto “fanciulla” alla scala o in TV?
mi piacerebbe sentire pareri. Grazie otello
vista in televisione, siccome la vedremo anche in teatro vorremmo dedicarle un solo pensiero. Non merita di più. Anzi sin troppo per qualche cosa davvero brutto da vedere e peggio ancora da sentire!
recensiremo prestissimo tv e teatro…la vedo mercoledi
Io l’ho vista in TV e la regia mi è piaciuta. Ho trovato molto felici soprattutto il primo e il secondo atto (la scenografia del primo atto è bellissima). Sulle voci, che dire? La Haveman così così… sicuramente meglio che alla prima. Sgura e Aronica un pochino meglio. A proposito: la Haveman canterà tutte le recite perché la Westbroek è ancora malata. Non vedo l’ora di assistere allo spettacolo in teatro.
…come volevasi dimostrare
Pare comunque che la ripresa televisiva abbia fatto scempio degli effetti registica e abbia compromesso la resa musicale con un mixaggio audio assai disinvolto: il risultato ha portato le voci in primo piano sacrificando la resa orchestrale. Personalmente ciò che non mi è piaciuto di regia e direzione attiene solo marginalmente a quel che si sarebbe perso in TV (ossia la cura eccessiva di Chailly per l’episodio e la conseguente mancanza di continuum musicale, e l’incoerenza tra drammaturgia è regia, tecnicamente eccellente ma fuori posto nel primo e nel terzo atto). Probabilmente, viste le ragioni del mio mancato apprezzamento, una ripresa perfetto non mi avrebbe fatto cambiare idea, tuttavia è semplicemente VERGOGNOSO che un servizio pubblico che si fa pagare e non poco attraverso, pure, la bolletta elettrica, propini nel 2016 registrazioni di tale infimo livello (è sempre così), quando nella Berlino sotto i bombardamenti nel ’44, la qualità audio era incomparabilmente superiore)
Vista in TV. Terrificante. Cantanti su cui tacere è bello. La cosa migliore era la messa in scena, il che dice tutto. Anche se dopo aver visto le schifezze michelettiane in Lucia a Torino il west secondo Carsen mi è parso una vera meraviglia.