Ascolti comparati: il centro della Regina

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Quando si pensa ad una parte femminile che richieda acuti e sovracuti immediatamente il pensiero va alla Regina della Notte, l’oscurantista personaggio (Maria Teresa d’Asburgo Lorena nella mente dei framassoni, che architettarono il Flauto) che si oppone alla luce ed alla libertà di cui fonte e maestro il sacerdote Sarastro. Eppure come insegnava la vecchia scuola di canto, quella dei castrati per intenderci, poi codificata nella grande trattatistica ottocentesca, è il centro della voce il punto focale e di forza della voce anche quando si cantino parti come la Regina della Notte. Prova che le Regine meglio dotate al centro sono quelle che svettano sopra le altre nel ruolo di Astrifiammante. Anche per ascoltatori che non pratichino le registrazioni vecchie di un secolo basta ricordare la Deutekom, che divenuta famosa come regina della Notte arrivò senza intaccare la saldezza dell’ottava superiore a ruoli verdiani.
Or bene la Deutekom non fu un fuor d’opera, ma l’ultima rappresentante di una grande tradizione di soprani d’agilità sonori, sicuri e saldi al centro, quand’anche strabilianti in zona acuta e sovracuta.
Oggi la categoria vocale è sparita e l’ultima parziale rappresentante di essa, Edita Gruberova si illude ed illude di essere un soprano drammatico di agilità capace di cantare ed accentare Donizetti e Bellini. Pietosa bugia, per parlare in cosiddetto librettese.
Eppure i primordi del disco soprattutto in area mitteleuropea (quella che a torto molti e di me ben più informati cultori delle anticaglie ignorano o sottovalutano forse in omaggio alle opinioni di Rodolfo Celletti, che non ebbe modo di conoscere e studiare quell’eccezionale scuola di canto, che era poi assolutamente italiana) testimoniano cantanti di agilità molto diverse come imposto vocale da quelle che oggi affrontano quelle parti.
HeimQuando si ascolta la seconda aria della regina della notte incisa nel 1913 da Melitta Heim (1888-1950), uno non il solo soprano d’agilità del primo ventennio del secolo XX potrà anche colpire la variante acuta al fa nel corso dell’aria (come se non bastassero quelli previsti dall’autore, ma era una interpolazione comune a tutte le Regine della Notte del tempo o quasi), ma colpisce il colore della voce piuttosto scuro, la corposità e pienezza del timbro, che potrebbero anche far pensare ad un soprano lirico, e sul piano dell’interpretazione la capacità di rendere il furore del personaggio mediante un accento scandito nei passi sillabati la cui conseguenza espressiva diventano i fantasmagorici picchettati e soprattutto i lunghi passi vocalizzati nella seconda sezione dell’aria, dove risiede il discrimen fra una cantante in grado di controllare e distribuire il fiato ed una incapace. Il suono perfettamente immascherato nella zona centrale della voce consente a questa regina di essere tale e di escludere che il furore del personaggio sia quello di un automa meccanico, anche se le agilità sono eseguite con quell’astrattezza di suono e meccanicismo che la scrittura e la poetica del tempo impongono.
A distanza di un secolo sgallina, strilla e scempia come interprete la parte l’ennesima soubrettina rivestita di panni nobili e regali, che le major del disco cercano di imporre dopo il pensionamento coatto di una Dessay e che risponde al nome di Sabine Devieilhe. La differenza non sta nei sovracuti, che sono bianchicci e piuttosto striduli e metallici, pur non rappresentando il punto più basso dell’esecuzione, ma nel suono al centro della voce dove la cantante suona ora chioccia, ora acidula, ora afona e priva di risonanza ed ampiezza ad onta dello sforzo di interpretare (ammirabile l’orchestra che pesta senza pietà baroccaro modo) perché basta guardare l’esecuzione manca completamente il sostegno della respirazione, che permette controllo del fiato, che invece alla nostra nuova diva manca. A riprova una incertezza alla fine della prima sezione prima della salita ai primi sovracuti, alcuni dei quali accennati e toccati con fatica per il banale motivo che il centro non regge e lo stesso accade alla sezione conclusiva quando la cantante è esausta.
Chi volesse avere un saggio di come la signora o signorina Devieilhe non sappia cantare al centro consiglio di ascoltare l’atto della famosa aria “vorrei spiegarvi o Dio!”.
Un altra chiosa l’altra grande esecuzione dell’aria della Regina appartiene alla Nezhdanova il maggior soprano d’agilità russo. Quindi siccome dall’ex blocco sovietico ci vengono servite decini di sopranucci e sopranetti di agilità la prossima regina della Notte verrà dal freddo. Non è sempre vero che il freddo conservi!

13 pensieri su “Ascolti comparati: il centro della Regina

  1. Beh che dire…della devieilhe mi dicono tutti un gran bene, anche se aspetto di sentire dal vivo. Quanto alla da molti lustri defunta….notevole la somiglianza coi moderni antifurti. Orrenda e’ forse ancora un complimento. Saluti

  2. Quella nota interpolata fa veramente schifo, come tutta l’esecuzione. Pessimo esempio di mal canto querulo…e manco va a tempo! Interpretativamente poi è nulla: un carillon stonato. Ma forse è un pesce d’aprile

  3. Mi sono imbattuto all’ascolto in una miriade di regine della notte, con nomi difficili tipo Zdislava Donat, Anna Kristina kappola, Erika Koth, Sumi Jo, Erna Berger, Viktoria Loukianetz,Julie Osvath,Karin Ott, Elena Mosuc,Celina Lindsley, Ekateria Morozova, Wilma Lipp,ma credo mi abbiano lasciato un buon ricordo, ben poche: Rita Streich,
    Cristina Deutekom, Lucia Popp, e Luciana Serra.
    Non ho citato la Dessay, perchè fu una delusione terribile.
    Ho ascoltato la Haim, che la nuova stella (cadente)
    della devieilhe , è la impressione mia è che siamo a kilometri di distanza l’una dall’altra, la prima perchè il suo canto è “leggero” cioè non ti pesa l’ascolto, anzi ti rallegra, la seconda sembra più una supplente e fuori ruolo di una scuola elementare post bellica.

  4. Jessica Pratt debutterà al Met proprio nel Flauto Magico come Regina della Notte. Ovviamente sarebbe stato impietoso affidarle un ruolo come Elvira o Lucia, dopo i prodigi delle varie Dessay, Damrau e Peretyatko. Prova che a mio parere non desterà di certo il fine pubblico newyorkese. Intanto si parla del miracolo di Sondra Radvanovsky, novella Beverly Sills, che è riuscita a “cantare” le “tre regine” in un’unica stagione. Avete in programma qualche recensione a proposito? Potrebbe non ripetersi per altri 40 anni una impresa del genere (o di più se siamo fortunati). Grazie!
    https://www.youtube.com/watch?v=dZTi_l1HidY

      • Dipende da quanto male vi volete! Però tra di voi qualcuno non molto tempo fa ha detto che la Signora in questione “è una cantante, non una improvvisata”. Ed ancora, “una signora cantante”. Io sinceramente non ci vedo nulla di professionale in quello che fa. Avrà pure una voce grande di natura, ma il timbro è sgradevole, un continuo lamento, l’intonazione precaria, la coloratura approssimata e non parliamo di gusto nella scelta delle variazioni. Per quanto mi riguarda non c’è molto da recensire, ma se al contrario la si ritiene una professionista del canto, allora la sua impresa merita qualche nota. Scusate se vado off-topic. Saluti.
        https://www.youtube.com/watch?v=iP7JToA66_4

  5. Della Devieilhe da qualche mese non si fa che leggere elogi pompatissimi. Idem la Sierra. Ciò significa che almeno per il prossimo lustro le troveremo dappertutto e, brave o no, sempre saranno lodate.
    La Devieilhe, ascoltata in varie cose sul tubo, mi è parsa tutt’al più corretta e gradevole, non eccelsa colla probabilmente piccola voce (ho notato già dei problemi a prendere le note estreme, al centro è esangue e sotto è vuota), non straordinaria nella coloratura e non rilevante come interprete. On verra…

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