Rockwell Blake:
Il Rondò di Almaviva è uno dei simboli più forti della Rossini-Renaissance (anche se l’edizione capostipite – quella di Abbado – lo omette per ovvi limiti dell’interprete). Certamente il grande numero virtuosistico colora diversamente gli equilibri dell’opera e il Conte torna ad esserne protagonista assoluto. Ovviamente ci vuole un grande cantante per eseguirlo e ciò fu possibile solo quando si superò la tradizione del tenore rossiniano evanescente e adolescenziale: si dovette attendere gli anni ’80 (qualche tentativo ci fu anche prima, ma era necessario riscoprire la vera essenza del tenore di Rossini: Valletti, nella storica incisione con Leinsdorf risultò inadeguato e particolarmente fuori forma). La comparsa di Rockwell Blake fu un fulmine a ciel sereno per i rossiniani di tutto il mondo. Ed in effetti quel modo di cantare, quella sicurezza nella coloratura, la sgranatura delle agilità di forza, l’alta eloquenza, il virtuosismo portato all’estremo era roba da alieni. Ad oggi ancora insuperato.