Composta per una ripresa veneziana del 1819 e destinata al soprano Joséphine Mainvielle-Fodor, l’aria (che si colloca subito dopo il dialogo con Bartolo) rende drammaticamente poco plausibile l’acrimonia con cui Rosina entrerà in scena per affrontare il supposto emissario del Conte. Dettagli, di fronte alla bellezza della musica (in parte già udita nel Sigismondo) e all’Arte suprema di Beverly Sills, una delle poche Rosine soprano degli ultimi anni a essersi dimostrata una valida opzione.