Sono quasi certo che esista di questo duetto una più completa esecuzione ovvero quella Stracciari / Carpi, ma questa all’aperto (arena Flegrea 1958 sotto la guida sicura e lieve nel contempo di Vincenzo Bellezza) ad opera di Aldo Protti, che si dimentica di essere un Rigoletto ed un don Carlo di Calatrava di levatura, e sfoggia precisione di sillabato e scansione e non emette suoni bitumati e gonfi (scuola Cotogni per il tramite di Mario Basiola) e un conte (Alfredo Kraus) che non ha la sfavillante precisione di un Blake nelle agilità, ma che ci ricorda come Almaviva sia almeno un tenore di grazia all’antica e non già un castratello deve essere ascoltata e deve fa riflettere coloro i quali credono che la Rossini renaissance sia sorta dal nulla ed oltre oceano. Fatto che è una parziale verità e non solo per l’Armida di Maria Callas