Siccome l’arte non deve mescolarsi con il quotidiano, ma illuminarlo, ispirarlo se mai, sembra ovvio che al ricordo (doveroso proprio per l’arte sua) di Wihlem Furtwanglear nel suo ambiente e nel suo momento storico segue la celebrazione di quello che è non il solo, ma il paradigmatico nella coine culturale, sterminio per cause razziali. E come siamo soliti farlo da anni lo affidiamo ad un cantante di religione ebraica, che abbia sofferto per questo. Le vicissitudini, le fughe e gli spostamenti di Rosa Raisa da un certo momento in poi con il marito Giacomo Rimini sono la memore narrazione delle vicissitudini, fughe e spostamenti degli Ebrei italiani, perché largamente italiana fu la vicenda artistica della Raisa. Passat questi aspetti di Rosa Burnstein Rimini resta, come per Furtwangler, la grande arte !
3 pensieri su “per ricordare l’olocausto: rosa raisa”
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Ricordo doveroso, sempre più necessario di anno in anno!
La voce di Rosa Raisa, va da sé, è stupenda.
e credo che da quest’anno il corriere ricorderà almeno un altro olocausto il 24 aprile
Gli armeni? Giustissimo!