Oggi, 130 anni fa, nasceva Wilhelm Furtwängler

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Anche nei tempi più cupi, è bene ricordarsi dei grandi uomini che hanno fatto la storia della musica: dai pochi ancora in carriera a quelli scomparsi recentemente, sino ai Maestri. Il 25 gennaio del 1886 nasceva vicino a Berlino Wilhelm Furtwängler. Mi piace ricordarlo con una delle sue più sofferte interpretazioni dell’Opus 125 di Beethoven: la Nona Sinfonia eseguita a Berlino il 22 marzo 1942. La lettura di Furtwängler (diversissima e singolare) trasuda il dramma di quegli anni e ben interpreta il senso di un’intera civiltà all’orlo del precipizio in una visione fatta di contrasti esasperati, di orrore per la tragedia imminente e di rabbia. Così che la consapevolezza della sconfitta e della fine del proprio mondo, toglie ogni speranza alla musica di Beethoven che qui diviene grandioso affresco del crepuscolo della Germania. Con questa esecuzione, forse, finisce l’800.

12 pensieri su “Oggi, 130 anni fa, nasceva Wilhelm Furtwängler

  1. Interpretazione splendida, trascinante, veramente impressionate. A mio modesto parere persin superiore a quella del 1951 per la riapertura di Bayreuth. E poi chi è che diceva che Furtwaengler era sempre quello lento? Storie. Mi pare che questa interpetazione sia solo di 2 o 3 minuti più corta di quella di Toscanini, che sarebbe quello sempre veloce (a prescindere dal Parsifal….).

    • Secondo me è la più straordinaria Nona di Furtwangler e, forse, la più straordinaria di tutte. E’ un’incisione in cui si sente il passo della Storia: feroce, drammatica, tragica…un Beethoven prosciugato d’ogni speranza, un atto d’amore verso una patria idealizzata e tradita dai suoi stessi figli e ora ai bordi dell’abisso. Un requiem per la fine di una civiltà che trasuda orgoglio per esserne parte e disperazione per la sua fine. Il primo movimento è un pugno nello stomaco, lo scherzo non è mai stato così rabbioso e neppure l’adagio consente una pausa di speranza, ma è il lamento malinconico e rassegnato che accompagna la fine della Germania con il ritmo cadenzato dei soldati e le bombe che di lì a poco avrebbero devastato Berlino e le grandi città tedesche. Il quarto movimento non ha nulla di “gioiso”, ma è un grido allucinato, orgiastico e tesissimo. Basterebbe questa registrazione per capire cos’era Furtwangler. Tante leggende si accompagnano a questa esecuzione: molti ne parlano come il concerto diretto davanti a Hitler per il suo compleanno…in realtà l’esecuzione in onore del Fuhrer è del 19 aprile (questa è del 22-24 marzo) e ha un cast vocale differente, oltre ad essere più “istituzionale” e “normale”. Qualcuno ha pure sentito il riverbero delle bombe, ma in quei giorni non vi furono incursioni anglo americane. Però la guerra si sente nelle note, come si sente la tragedia di un uomo e di un mondo.

  2. questa è la nona più sontuosa e nel contempo tragica di Furtwangler. E’ vero che per intensità drammatica, turgore orchestrale supera altre del grande maestro. Personalmente e da ignorante della musica sinfonica sono queste le esecuzioni che nella mia mente rendono Beethoven. Adesso la settecentizzazione, i voler far sentire il passato , il rinnegare qualsivoglia presagio di quello che sarà il grande sinfonismo tedesco portano a criticare questo tipo di esecuzioni.
    Poi se questa abbia per il particolare momento un significato speciale di “morte del mondo tedesco” è opinione di Duprez, che capisco bene anche se nel mio personale immaginario il funerale della germania non necessariamente nazista, ma anche prussiana è la solenne marcia funebre del Crepuscolo con il tempo piuttosto lento (non è Celibidache) di Hans Knappertbush
    https://www.youtube.com/watch?v=O-LJp6kbDq8

  3. All’amico Domenico: sai bene che mi piace molto il Beethoven più asciutto e interpretato con un occhio al prima (per permettere di gustarne la carica innovativa), ma è indubbio che Beethoven sia ANCHE questo. Questa esecuzione, però, è particolarissima proprio perché rappresenta quello che deve essere un’interpretazione: parlare al proprio presente. Se si pensa alla Berlino del marzo del ’42, alla guerra, alle ossessioni del regime…questa Nona racchiude tutto, attraverso lo sguardo di un figlio della grande cultura tedesca (che è quella di Goethe e di Hegel e di Beethoven…ma che ha pure prodotto Hitler e Auschwitz): mi piace pensare a questo profondo dissidio a questo contrasto tra la fedeltà ad un sistema di valori e ad una civiltà e l’orrore e il disgusto per la sua degenerazione. Disgusto che però non può cancellare l’amore per la propria terra che si racchiude in quel famoso gesto di Furtwangler quando al termine di un concerto si pulisce la mano dopo averla stretta a Goebbels. Perché la Germania esisteva anche prima del nazionalsocialismo e Furtwangler ne porta la testimonianza: sofferta e sconfitta. E per questo pagherà colpe non sue. Il presagio di morte di questa Nona è il funerale della Germania prebellica, molto più – secondo me – del Crepuscolo di Knappertsbusch che rimase sempre ai margini della vita musicale del regime.

  4. Un primo movimento impressionante, così tanta rabbia e dolore non si sentono in nessuna altra esecuzione.
    I pensieri di Furtwangler emergono chiaramente da ogni sua singola nota.
    Grazie di aver ricordato questa ricorrenza, con un ascolto che terrò buono anche per domani, nella giornata della memoria – per ricordare quanto poco tempo è passato dagli orrori che il direttore ci fa indirettamente ascoltare qui e per ricordare di stare attenti a non tornarci, a quegli orrori.

  5. Sulla qualità musicale di questa esecuzione ho poco da aggiungere a quanto da voi scritto. Sulla valutazione storica dei rapporti tra Furtwängler e il nazismo va detto che i fantasmi del pregiudizio sono duri a morire. Le recenti ricerche condotte da Klaus Lang in base a documenti d’ archivio finora inediti ridimensionano molto la leggenda delle simpatie naziste di Furtwängler. Eppure il Maestro dopo la guerra fu attaccato e torchiato, ancor oggi è accusato di colpe non sue mentre gente come Clemens Krauss, che mise il suo appartamento a disposizione dei congiurati che preparavano l’ assassinio di Dolfuss, non venne praticamente mai disturbata.
    Ma tutto il processo di Entnazifizierung fu condotto dagli Alleati in maniera estremamente sommaria e superficiale. Lo ammise diversi anni dopo anche il maggiore americano Henry Alter, che fu il pubblico ministero nel procedimento intentato contro Herbert von Karajan, il quale a differenza di Furtwängler era iscritto al NSDAP ma alla fine venne anche lui scagionato dalle accuse di collaborazionismo.

    • Sì, il pregiudizio è duro a morire, anche se – credo – per giudicare scelte o comportamenti si deve aver vissuto quel dramma. Oggi noi vediamo tutto con lo sguardo di chi sa, allora non era così. Che Furtwängler avesse o non avesse simpatie per il regime francamente non mi interessa. Mi interessa maggiormente quel che deve essere stato il suo dramma tradotto in musica. I processi a guerra finita sono una cosa indegna: i vincitori hanno voluto umiliare i vinti e hanno colpito i simboli della Cultura tedesca (non del nazionalsocialismo): hanno distrutto Dresda, hanno trasformato il Festspielhaus di Bayreuth in una sala da ballo e hanno perseguitato Furtwängler e altri uomini di cultura come se fossero volgari assassini. È questo resta una vergogna. Come lo è sempre la vendetta (spiace che molti grandi musicisti abbiano contribuito all’ostracismo nei confronti di Furtwängler: come Rubinstein e Horowitz).

      • Mi spiace di dissentire dalla sua posizione di disinteresse circa le simpatie di un uomo e di un artista verso un regime totalitario quale il nazionalsocialismo (o verso lo stalinismo, nell’altra frontiera). Circa i processi gestiti dagli alleati o dalle stesse corti tedesche sulla de-nazistificazione rimenderei alla lettura della “banalità del male” di Anna Arehnd, pensatrice e scrittrice ebrea che tanto fece arrabbiare i suoi stessi correligionari. Mi spiace ma i suoi riferimenti sull’argomento sono parziali fino a sembrare impropri. Con rinnovata stima per la sua indubbia sapienza in campo musicale

        • Caro MGL, il discorso è molto complesso e, giustamente, non lo si può liquidare in poche battute, né in uno scambio di rivendicazioni o dissensi. Mi piace molto, però, la domanda che hai posto nell’altro commento: una domanda che è ancora lì, priva di una risposta…perché forse una risposta non c’è, ossia “come un paese di poeti e filosofi sia diventato un paese di giudici e boia”. Purtroppo è una domanda ancora attuale e universale.

    • Difficile capire per molti di quale pregiudizio lei parla. Consideri questa rappresentazione del marzo 1942 ed il fatto che tutti i 100 e più coristi ed i 100 e più orchestrali (naturalmente oltre che lo stesso direttore Furtwaengler) erano ariani. Nessun ebreo. Tutti loro negli anni delle purghe etniche hanno visto cacciare i loro colleghi ebrei, con chissà quale spirito (con soddisfazione ? Qualcuno con dolore ?) ma tutti sapevano che i loro ex colleghi, forse amici, erano stati ridotti alla fame o peggio. Inoltre la Germania a quel tempo non era più una nazione (lei mi insegna, si dice “Vaterland” terra dei padri, concetto universale, che purtroppo non valeva per la Polonia occupata, neppure solo una “Heimat”) ma un Reich, un impero. Qualche volta gli aggressori si ricordano di avere anche loro affetti e famiglia, di solito quando è troppo tardi. Per me questa Nona e’ come un incendio dal quale non si riesce a distogliere lo sguardo ma del quale è difficile tollerare la puzza..
      Un suo compatriota austriaco ricordava nel secondo dopoguerra che non si capisce come un “Land von Dichter un Denker ist ein Land von Richter und Henkel geworden” (come un paese di poeti e di filosofi sia diventato un paese di giudici e boia). Molto difficile trovare una risposta condivisibile, forse bisogna fermarsi alla domanda ed al ricordo

      • ok Michele, il tuo pensiero è chiaro e condiviso.
        Abbiamo adottato una linea precisa come guida del sito, ossia trattare solo le prestazioni musicali. Questo vale per tutto e tutti indistintamente, essendo che, come ben sai, ci sono vicende personali di varia natura relative anche a svariati altri personaggi che si prestano ad essere riprovate o criticate in vario modo. Fermiamoci alle esecuzioni, per favore. grazie

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