In questo nostro “avvento” natalizio – che vuole essere un regalo musicale a tutti i nostri lettori – non poteva mancare la voce tenorile più bella del nostro canto: Luciano Pavarotti in una delle sue più belle interpretazioni. “Che gelida manina” dalla storica Bohème del 1979 alla Scala: sul podio Carlos Kleiber. La voce di argento purissimo identifica più di ogni altra i languori dello squattrinato poeta: un Rodolfo giovane e innamorato, povero ma felice. E’ la stessa felicità che esprime il canto di Pavarotti, con quegli acuti di sfacciata semplicità e naturalezza. La felicità del suo sorriso mentre le note escono senza alcuno sforzo. La felicità che si intuisce quando il pubblico scoppia in un applauso più che fragoroso e che parla del miracolo della musica. La felicità che condivide con Kleiber e col sorriso della sua musica.