Per l’appassionato d’opera Mattia Battistini rappresenta l’incarnazione e la prova che si cantasse anche nel secolo XIX perché per tutti esperti e semplici appassionati il baritono reatino rappresenta la sopravvivenza dei modi e del gusto dell’epoca pre Verdiana. Che Tamburini, Ronconi e Cotogni cantassero, interpretassero con i modi ( ed i vezzi) di Battistini non lo possiamo sapere, ma è certo che la levità di emissione, la morbidezza del suono, la fluidità di vocalizzazione in questo passo dei Puritani o le smorzature ed i giochi di rinforzando e smorzando che Battistini “sciorina” in ogni registrazione sono l’immagine di un’epoca e di un gusto ben anteriore al periodo in cui Battistini incise i dischi.