I direttori artistici davanti ad un insuccesso, anche blando, quando non sanno come giustificarlo (ammesso che ciò serva) e credono di farlo accampando scuse circa il fattaccio non sanno da tempo far di meglio che invocare congiure e oscure trame nelle quali implicato se non protagonista ed inspiratore il Corriere della Grisi. Ultimo caso quello del signor Grassi direttore del teatro Fraschini di Pavia che, dopo la riprovazione del tenore prescelto per il ruolo di Riccardo del Ballo non ha, secondo copione, saputo far di meglio che evocare ed oltraggiare gratuitamente ed immotivatamente quelli della Grisi. Francamente di queste facezie e pagliacciate ne abbiamo –parlando francese- le palle piene.
Si tratta di atteggiamenti infantili ed irresponsabili come quello dello studente somaro e presuntuoso, che accusa ad oltranza cattiveria, mal disposizione e carogneria dell’insegnante di turno.
Forse, caro signor Grassi varrebbe la pena di riflettere sul caso ed evitare di queste uscite.
Primo: con scusa per l’assoluta immodestia e vanagloria quelli della Grisi non vanno a Pavia a fischiare un tenore o uno spettacolo di provincia. Oltre tutto del tenore di turno ne avevano avuto già un sufficiente assaggio in occasione di un Nabucco dove Escobar “aveva bevuto acqua” nel ruolo di Ismaele, parte elementare al cospetto di quella di Riccardo e quindi sostenuti dal brocardo cellettiano “l’ arte del canto non è quella della cabala” avremmo saputo a priori e senza andare a Pavia delle qualità del prescelto e allora meglio starsene a casa o in giro per il mondo. Quindi…Forse quando si sceglie un cantante per un ruolo è il caso di pensare se il prescelto abbia in tutto o in parte le qualità e le qualifiche per il ruolo. Basta leggere la storia del genius loci, dedicatario del teatro, Gaetano Fraschini per capire che il ruolo di Riccardo (e per la cronaca anche quello di Amelia) è un autentico c….o amaro. Fraschini nasceva come tenore spinto e con tendenza, se non al grido, quanto meno alla linea di canto stentorea e poco sfumata famosa per le maledizioni, che, infatti, compaiono in Stiffelio e che era il momento migliore dell’Edgardo di Fraschini. Poi il tenore (che aveva sposato la figlia di Giuseppina Ronzi de Begnis) imparò a modulare la voce a cantare a mezza voce e Verdi, allora, scrisse la parte di Riccardo. Paradigma, quindi, del cantante completo e sotto il profilo vocale che tecnico. Riccardo sta a metà fra il tenore di grazia e quello di forza. Prova ne sia che solo pochissimi della prima categoria lo cantarono (Alessandro Bonci) e molti (Alfredo Kraus ed Alain Vanzo) lo evitarono e della seconda solo quelli, che sapevano modulare la voce oltre che squillare vedi sopra tutti Pertile, Tucker e Bergonzi, e, quindi, cantanti come Corelli e del Monaco lo evitarono.
Quando leggo, nelle cronache e nelle interviste dei soloni locali, che il cantante prescelto presenta seri problemi nel registro acuto, oppure che ha qualche problema che per risolvere gli servirebbe un buon maestro abbiamo la prova di una scelta superficiale di quelle che danneggiano il prescelto più che giovargli. È lecito domandarsi se sia più un improvvisato nel mestieri che scrittura o chi è scritturato. Questo senza nessuna volontà di offendere e di cercar polemica, ma per ricordare un regola ed un principio di saggezza oggi ignorato e vilipeso non il cantante per l’opera, ma l’opera per il cantante. Solo che per applicarlo sono irrinunciabili esperienza e conoscenze e del canto e del repertorio e non tecniche di difesa e di aggressione davanti all’insuccesso.
7 pensieri su “Insulti alla pavese”
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posto quì una edizione del ballo che la rai registrò a milano nel 1969….con un tenore che non era considerato un sofisticato fraseggiatore anzi : Flaviano Labò
https://www.youtube.com/watch?v=E60kfk_ra7o
ma che di fronte alla pochezza di oggidì sembra un colosso. Basterebbe che alcune persone che credono di conoscere la lirica facessero un breve excursus su youtube e troverebbero tutto ciò che occorre per impostare un cast dignitoso.
Mi permetto di segnalare un errore. Mario Del Monaco cantò due volte il ruolo di Riccardo. La prima volta a Venezia nel 1943, sostituendo Pertile e la seconda volta a Ginevra nel 1946. Di quest’ ultima recita esiste anche una registrazione, che io possiedo.
c’è n’è un’altra a firenze (1946?)
otello
Ero a Pavia ieri (non la serata incriminata di venerdì), e ci sono andata anche per constatare se il tenore che avevo sentito tre anni fa a Trieste in una recita del Corsaro (giovane, grezzo, ma di bella voce e buone speranze) era lo stesso che mi aveva fatto sorgere molte perplessità (eufemismo) in un Nabucco che potrebbe benissimo essere quello a cui fa riferimento il post. Se avevo bisogno di una verifica di come cantare troppo, troppe cose disparate, e (ipotesi mia, suffragata solo dall’ascolto) studiare troppo poco e/o dare per scontato di saper già cantare benissimo, porti al rischio di scontentare gravemente il pubblico (che ha tutto il diritto di contestare civilmente una esibizione al di sotto dell’accettabile) l’ho avuta.
Eccovi una recita di un ballo in maschera, che a parte la inesistente regia e scenografia dimostra come si allestiscono opere senza possedere un minimo di cognizione musicale:
https://www.youtube.com/watch?v=zwljc0XKaRU
Rifacciamoci un poco occhi ed orecchi
https://www.youtube.com/watch?v=HfeNx9qyVkQ
Qui c’è un vero tenore, c’è un vero baritono, c’è un vero direttore e c’è una messa in scena veramente bella da vedere
Mi fa piacere sapere che mentre mi trovo a 20000 km fa Pavia il Corriere della Grisi organizza buate locali al novello Pavarotti scritturato dal novello Ghiringhelli di paese. Dopo aver fato cilecca nelle scelte il signor Grassi non trova rimedio alla sua poca perizia che bissare lo slisone con dichiarazioni fuori di testa e diffamanti ? Se fossi il suo sindaco la licenziare caro Grassi perché il suo mestiere non lo sa fare né in un modo né nell altro. Saluti africani !