Franco Corelli, ovvero il bel Franco che nel ruolo del giovanotto siculo si avvaleva oltre che del possente mezzo vocale di una presenza fisica e scenica fra le più pregnanti che la storia dell’opera ricordi. Che Corelli avesse tutto per essere uno splendido Turiddu nessuno lo discute voce maschia, estesa in alto ed in basso, grande ampiezza e che i successi in questo come in altri ruoli (Chenier, Canio, Mario Cavaradossi e don Josè) fossero epocali è scontato, ma ….. ma c’è Grace Bumbry e davanti a lei Corelli mostra la corda perché nel fraseggio è generico mentre lei non perde una battuta per essere ora gelida (femmina meridionale disonorata e cornuta!), ora supplice ora una vera furia e tacciamo dello splendore vocale in una parte che le stava a meraviglia pencolando fra il soprano ed il mezzo acutissimo. La domanda è molto scontata ossia se al posto del bel Franco ci fosse stato Aureliano Pertile, la Bumbry sarebbe stata così trionfatrice?