Ieri si è tenuta in Scala una commemorazione di Mario del Monaco. Siccome abbiamo ben scarsa stima di coloro cui affidata la commemorazione (nonché di certi mentori e consiglieri del tenore, mentre Tullio Serafin gli aveva, inascoltato, suggerito di studiare il Barbiere di Siviglia), e siccome i celebranti di ieri si apprestano a officiare, questa sera e nel medesimo teatro, la celebrazione di altro e ben più modesto tenore, che utilizza il teatro milanese per promuovere futuri cimenti discografici (altro che riparazione per la mancata Cavalleria!), proponiamo Mario del Monaco in una pagina della Fanciulla, diretto da un grandissimo del podio e al fianco di una Minnie allora insuperabile o quasi, oggi semplicemente inconcepibile.
14 pensieri su “M.DEL MONACO & E. STEBER “Duet Act II” La Fanciulla del West”
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Ma Serafin aveva suggerito a Del Monaco di fare Barbiere come Almaviva, o mica Figaro?
Almaviva.
Ah ah ok. Adesso però la domanda è un’altra: in quali anni gli aveva dato tale suggerimento? Dopo la trasformazione? Perché sarebbe stato altrettanto ridicolo…
Non certo più ridicolo di Alva… Peraltro Almaviva è ruolo per un tenore robusto e virile, mica quelle vocine efebiche a cui siamo da sempre avvezzi.
Alva non lo conosco che di nome.
Si si, assolutamente: ma Del Monaco era solo uno che cantava tutto forte e tutto uguale.
Che ne sarebbe stato in bocca a Del Monaco di tutte le agilità?..
Avrebbe dovuto studiare semplicemente, ma la voce c’era
“ridicolo” Del Monaco?mi permetto di citare il parere di due grandi(non il mio): Lauri Volpi lo definì”il più bel si bemolle della lirica”,Bergonzi in un’intervista ascoltata personalmente disse:”dopo Del Monaco più nessun otello”.Un saluto otello
caro otello (di verdi, immagino) le agilità le dovrebbero meglio o peggio saper eseguire tutti i cantanti come pure le smorzature o le filature. Poi è chiaro che la filatura di un tenore drammatico non è quella di un tenore leggero, ma questo oggi non lo sa nessuno e non lo capisce nessuno. Per cui gli uomini , salvo eccezioni da circa 70 anni non smorzano e non filano i suoni e credono che le agilità le facciamo solo i cantanti di e da rossini. troppo comodo. Non posso non ricordare che Hermann Jadlowker (famoso anche come Otello) eseguiva le agilità , le filature e le smorzature in maniera presso chè perfetta e non solo nel famoso disco della cavatina di Almaviva, ma in una serie di duetti (Traviata, Fille, Lucia, Ugonotti) che incise con Frieda Hempel, insuperata maestra di canto fiorito e di dinamica sfumata!
ciao dd
Del Monaco mi disse piú volte che la Steber aveva una voce enorme, tanto che lui in quelle recite fiorentine dovette impegnarsi a fondo per non farsi sovrastare
caro Mozart, si capisce quanto scrivi ascoltando dal minuto 10,30 circa.
ma davvero volevate ricordare DEL MONACO?ma nella Fanciulla ci sono molte altre parti per tenore;forse più che DEL MONACO preferivate esaltare la Steber e Mitropoulos(grandi!),ma allora che c’entra Del Monaco se è chiaro che fareste a meno di ricordarlo.Quanto a Serafin come molti grandi non sempre hanno dato buoni consigli. Un saluto OTELLO
Nessuno ti ha risposto dunque lo faccio io. No qui la steber non c entra. Il ricordo è andato a del monaco durante il concerto di kaufmann, mwntre eseguiva una delle arie di fanciulla del west….e si considerava di come lui sembrasse ridicolo e caricaturale di fronte all esecuzione di del monaco commemorato proprio quel pomeriggio. Saluti
Il brano in ricordo di Del Monaco e’ veramente bello e calzante, perché nonostante sia molto, forse troppo breve, fa sentire un Dick Johnson dolente e appassionato a fianco di una Steber immensa, entrambi sostenuti da orchestra e podio a dir poco esaltanti. Ascoltando questo brano si ha l’esatta percezione di ciò che significa “fare musica insieme” in un coinvolgimento totale di interpreti e musicisti tesi a trasmettere ciò che il compositore intende far giungere a noi. Credo che la voce di Del Monaco fosse particolarmente adatta al ruolo di “Ramerrez”. In quanto alla Minnie di Steber mi chiedo se ne sia mai esistita una alla sua altezza.