Il concerto di Florez in attesa di Otello

barbican-florezPossiamo assumere, sul piano della cronaca spicciola, che Juan Diego Florez, per la durata del concerto ed il numero dei bis offerti abbia superato Jonas Kaufmann. Questo per quanto riguarda, appunto, la quotidianità. Per quanto concerne, poi, l’arte o, almeno, il mestiere del canto i due divi si equivalgono. Differenti sono le manifestazioni del loro “non canto”, da un lato il suono bitumato e falso machista, dall’altro l’affettazione e lo stucco, ma sono la stessa faccia della fine di un mondo. Poi qualche pseudo critico, in vena di mediocri difese d’ufficio, potrà anche su giornali virtuali parlare di tecnica diversa e nuova per distribuire patenti di grandi interpreti, ma la tecnica del canto è una sola e soprattutto l’unico mezzo che consenta anche a voci modeste di essere esecutori, interpreti ed artisti.
Il programma scelto da Florez nella tradizione dei tenori di grazia, quindi con la giusta, cospicua e gradita dose di Tosti, Donaudy e Duparc e di arie d’opera, tradizionali cavalli di battaglia di tenori come Kraus, e prima Valletti, Schipa, Anselmi e Clément è stato condotto a termine con una certa difficoltà vocale e assoluta piattezza interpretativa. Il motivo della seconda critica non discende da limiti di idee, ma dal metodo di canto, che fingendo e simulando il canto in maschera non consente dizione scolpita (come accade nelle pagine di Duparc) e dinamica nella zona centrale della voce anche a cantanti, quali Kraus la cui zona privilegiata della voce era la quinta superiore. Ad ulteriore conferma sia che oggi gli acuti di Florez ( non mi sembra sia salito oltre il do4) sono raggiunti con sforzo e nel seno di una frase lo costringono ad anti musicali pause per far riserva di fiato prima dell’ostacolo.
Con questo metodo di canto difettano clamorosamente non il volume, ma l’ampiezza e l’espansione della voce, che è sempre lì sul palco e mai nella sala o per dirla con i vecchi loggionisti “sul lampadario”.
Tanto per esemplificare in relazione alla performance di ieri sera il primo limite era ben chiaro in tutte le romanze da salotto e nella “furtiva lagrima”, il secondo nell’aria di Lionello di Marta e nella chiusa de “l’alba separa dalla luce”, che richiede facilità e turgore in zona medio alta e più ancora nella sezione conclusiva dell’aria per Ivanoff della Borgia.
Quest’ultima esecuzione ci conferma che il difetto tecnico impedisce a Florez di ampliare il proprio repertorio verso Donizetti e l’opera francese del secondo ottocento. La storia del canto ci insegna che, pur entro determinati limiti ( e ben lo sapeva Kraus che rifiutò sempre Riccardo del Ballo e Rodolfo di Luisa Miller e che penava alle sfide di Lucia e Favorita) la voce si amplia solo quando si è in presenza del sostegno del fiato che consente in tutta la gamma della vece esatto immascheramento, ampiezza e naturale amplificazione del suono (punta o proiezione che dir si voglia) ed il cosiddetto “giro degli acuti”. La arie di Borgia e di Werther hanno inesorate dimostrato come tutto questo manchi al tenore peruviano, che rimane anche per moduli interpretativi un tenore di mezzo carattere da opera del ‘700 o da opera comique. Titoli e repertori degnissimi, aggiungo!
Anni fa i fans di Florez credevano fosse al di sopra di Blake (l’unico brano rossiniano della serata è stato piatto, scolastico senza nessuna elettricità di esecuzione della coloratura) , oggi si preparano a proclamarlo meglio e superiore a Kraus. I confronti si fanno fra elementi congruenti e, comunque,liberi i fans di JDF di credere a questa nuova fabula della lirica, liberissimi come hanno fatto alcuni loggionisti di lungo corso, il cui comportamento condivido, di andarsene prima della fine o appena finito il programma ufficiale con aria fra lo stanco e l’incazzato.

Tosti – Marechiare – Ebe Stignani (1947)

Tosti – L’alba separa dalla luce l’ombra – Alfredo Kraus (1991)

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33 pensieri su “Il concerto di Florez in attesa di Otello

  1. Pensare di accostare questo tenorino dalla vocietta spoggiata, piatta , nasaleggiante e dal bagaglio tecnico limitatissimo a Kraus, è l’ennesima dimostrazione del livello dell’ascoltatore moderno , il quale non solo non avrà avuto il piacere di ascoltare dal vivo il tenore canario , ma non è neppure in grado , per i motivi che tutti conosciamo , di valutare tramite le incisioni discografiche. Personalmente non lo accosterei neppure ad un Bottazzo.

  2. premesso che non ho sentito questo concerto di Florez, premesso anche che ho ascoltato Florez l’utima volta un anno fa a Londra in Figlia del reggimento e che allora avevo rilevato esattamente quanto ha riportato Donzelli in questo articolo il che mi fa pensare che il nostro baritenore abbia ben sentito, devo dire a mio modestissimo e personale parere di non essere affatto d’accordo quando si equivale Florez a Kaufman. Florez non ha mai avuto una tecnica adeguata e adesso che non è più un ragazzino si comincia a sentire ma kaufman ha mistificato il canto inventandosi un prodotto sonoro da ammansire ad un pubblico di genere vario. Florez offre al pubblico un prodotto riconoscibile per quel che una volta si chiamava canto, kau vende un altra cosa . Se Florez si innnesta in una tradizione canora che probabilmente è già oggi più morta che in coma, servendola male, Kaufman ha costruito una carriera inventandosi un oggetto vocale plasmato sul gusto del pubblico di oggi (e non il contrario!) e lo ha stravenduto. In sostanza Florez è un cantante, magari un mediocre cantante, Kaufman è un geniale uomo di marketing. Sono entrambi il segno della fine dei tempi canori? forse si, ma distinguiamo la farina dalla crusca. Io non caccerei entrambi nello stesso dantesco girone.

  3. Non ho sentito ne kau ne flo.
    Non ho soldi da buttar via per simili serate inutili dove si vede consacrato il mal canto come se fosse apparso Lamperti stesso in scena ad elogiare queste esibizioni, che da anni ritengo inascoltabili.
    Quello che è triste è la quantità di giovanissimi cantanti ignoranti che vanno a queste manifestazioni uscendo estasiati come se avessero assistito ad una VERA serata di BEL canto.
    Grrrrrrr!

  4. A onor del vero, Il primo a non essere soddisfatto delle propria prestazione era lo stesso Florez che, rivolgendosi al pubblico all’inizio della seconda parte, ha ammesso di non essere in forma, causa raucedine o qualcosa di simile. Nonostante tutto, devo ammettere che il concerto non mi è dispiaciuto, e se il registro acuto ha perso la facilità di un tempo, la linea di canto è buona e il legato pure, il che, con i tempi che corrono non mi sembra poca cosa.
    In ogni caso, il tenore peruviano mi è sembrato infinitamente superiore al Kaufmann ascoltato qualche giorno prima.

    • Sul legato ci sarebbe da parlarne……ma a me ha colpito la voce sparita, piccola e tutta nasale, sopratutto al centro. La raucedine?……spinge e spinge sempre farsi sentire….una faticaccia, la raucexine non stupisce… Si l ha detto che non stava bene, dopo un primo tempo tremendo ha fatto bene…anche perché l Otello lo vedo mooooolto in salita….mette le mani avanti….poi annuncia fantasmorici Ugonotti e allora poi pensi che anche lui sa prenderci in giro come gli altri, mentre è lì che non ha il volume per tosti al pianoforte…..

  5. Abbiamo qualcuno che appoggia l’opinione di qualcun altro che non avendo ascoltato per propria ammissione né il primo né il secondo non si esime tuttavia da sparare sentenze su tutti e due. Davvero illuminante. Ergo: state a casa ma evitate di commentare ciò che per vostra ammissione vi è sconosciuto. I due recital, per motivi differenti, mi sono piaciuti. La serata pucciniana, con una Filarmonica che ha suonato davvero bene, ha messo tra l’altro in rilievo quanto fascino possano avere certe pagine del primissimo Puccini. Kaufmann – la cui tecnica è senz’altro poco ortodossa – ha dimostrato di avere una propria personale idea interpretativa. Il suo era un Puccini contenuto, raccolto, fin troppo misurato. Troppo spesso si sono interpetate le arie pucciniane alla stregua di canzoni napoletane e canzoni napoletane alla stregua di arie d’opera. Con Kaufmann non è successo. Se poi nel bis affronta – tutt’altro che indecorosamente – l'”Ombra di Nube” di Refice colgo l’occasione per riflettere su una musica solitamente negletta e a mio avviso degna di attenzione. Che la Muzio l’abbia eseguita meglio ( non ne ho francamente idea ) suscita il mio immediato chissenefrega : francamente non sono queste gare che mi appassionano. Penso piuttosto con rammarico al fatto che debba essere un interprete straniero a recuperare nostre neglette pagine. Accostare poi l’eterodossia tecnica di Kaufmann ( indiscutibile, anche se la personalità interpretativa e la musicalità non fanno certo difetto ) al canto di Florez è, a mio modo di vedere, errore madornale. A Florez non si strapperebbe un falsetto nemmeno sotto tortura e il suo canto è ben impostato, ben appoggiato, elegante e fluido. Il registro acuto non è più quello smagliante di un tempo ( difatti ha evitato il richiesto “Pour mon ame” ), ma la scuola c’è eccome e – sotto questo profilo – la differenza con Kaufmann è gigantesca. Il suo è stato un eccellente recital e francamente oggi non credo che ci sia qualcuno che sappia fare di meglio. (Quanto al passato: lasciamo stare Kraus, incommensurabilente superiore a Florez e a quasi tutti. Ma lasciamo stare anche Blake: vociaccia inascoltabile e canto bitorzoluto).

    • veramente qui siamo venuti in svariati. e andiamo dove ci pare e pensiamo e scriviamo ciò che pensiamo. ti pubblico perchè si chiama democrazia,come editare le tue kazzate su blake dalla vociaccia brutta, mentre kaufmann ce l’ha bella??? dai gianmario…

        • Caro mgl….un po sordini, non ti pare ? Sottoscrivi quello che credi, tanto non lo puoi dimostrare che ha cantato bene. Forse un po di educazione anche il signor Gianmario la dovrebbe imparare non credi ? O per i fans di Florez non vale? una domanda, voi chi siete per permettervi di dire alla gente di stare a casa ? Abbiamo sentito 2 tenori, uno che sembra stia soffocando mentre canta e l altro con la.voce ridotta come il ronzio di un insetto, ma gianmario viene qui.a parlare di voci belle ? Dai, esistono anche dati oggettivi e qui abbiamo tutto fuorché due voci men che meno belle. Ne i decibel ne il timbro hanno per essere quello che si.vuol far credere siano. Cmque i teatri sono vuoti ormai, a furia di scegliere chi si vuole in teatro, gli amici o i plaudenti…presto i cantanti e i loro fans le sere di teatro se le faranno a casa loro….e di questo ringrazino anche la filosofia corrente dello state a casa. Mi.sa.che qui ci starete pure voi a casa…scusa l acidità !

    • Cito: “francamente oggi non credo che ci sia qualcuno che sappia fare di meglio”.
      Eccolo il marketing. Il voler ordinare tutto a piramide per poter scegliere un campione, un modello. E di conseguenza far abdicare il giudizio critico.
      Era meglio Del Monaco o Tucker o Masini o Di Stefano o Barioni o Bjorling? Ma che discorsi sono? O forse chi aveva ascoltato Tosti cantato da Di Stefano ha tirato pomodori ai recital del giovane Pavarotti? Ci si sedeva e si ascoltava l’interprete. Ci si faceva prendere per mano e lo si seguiva “oltre” grazie alla sua arte.
      È questo giochino che si è rotto.
      Invece di propinarci marketing “prima”, fateci ascoltare bene chi c’è in giro, fateci applaudire e fischiare. Date tempo agli artisti di crescere e di seguire il loro repertorio, perché le voci belle non mancano, altro che Florez o Kauffman. Ma poi seguono i pifferai (oggi dovremmo chiamarli i contrattifici), non mettono a punto la tecnica, si infilano in repertori proibitivi e l’unione delle due cose (che poi è una sola) fa sì che vengano macellati dopo aver gridato come maiali.
      E i migliori alleati dei pifferai sono quelli che ragionano come da citazione di cui sopra.
      Infatti i risultati si vedono: la scuola di canto italiana non è mai stata così in basso.

    • E prima che qualcuno intervenga con il solito refrain, aggiungo che il concerto l’ho sentito (ahimè) e raramente ho assistito a una simile ostentazione di decozione strumentale e piattezza interpretativa. Questo sia da parte del tenore (ma dopo l’unica recita di Ory dell’anno scorso c’erano pochi dubbi su quello che avremmo udito), sia da parte del pianista Scalera, che ha strimpellato stile accompagnamento da film muto (la definizione, perfetta, è di Donzelli).
      Le telefonate gag con il pubblico (viva il Perù, viva l’Italia, viva il parroco, ho il raffreddore e fiori consimili) erano deprimenti, e qui mi fermo.

  6. Per ragioni di età non ho potuto ascoltare dal vivo, ne Gigli, ne Pertile.
    ma da Corelli in poi, non me ne sono lasciato scappare uno, compreso il Florez di inizio carriera. Se non mi sono sbracciato per andarlo a risentire, è solo mia scelta: non mi piacciono le voci fine carriera.
    Per quanto riguarda il Kau-Kau, lo ho ascoltato molte volte dalla radio, e francamente non ne ho ricavato alcun interesse. Della ripresa di Lohengrin alla Scala, ho dedotto che come esecutore di musica è modestissimo, per non dir altro, e senza scomodare altre voci wagneriane, basta solo pochi istanti di Sandor Konya per capire ciò che Wagner intendeva per Lohengrin. Se oggidì preferiscono, polpette alle bistecche, non è che le seconde non siano più degne della tavola, semmai piacciono la variazioni sul tema, ma per cortesia non cercate di far passare ” lucciole per lanterne”

  7. Voci…. la voce di Kau io non l’ho nemmeno mai sentita, tanto è bassa la posizione del suono… nessuno, nemmeno lui può sapere come suonerebbe sul serio una voce simile se proiettasse correttamente il suono in alto, e evitasse di cercare di passarsi addirittura i mi centrali per imitare i tenoroni finendo inevitabilmente per strozzarsi su qualsiasi cosa dal sol in su….
    Per quanto riguarda Florez lo strumento era povero già nei primi anni 2000, una voce minuscola, livelli matteuzzi forse appena più grande, piccola piccola e scura tipica dei tenori di grazia sudamericani. Estremamente fonogenica, per carità, e in grado di consentire una buona prima parte di carriera per varie ragioni quali la mancanza completa di altri tenori in grado di affrontare una certa parte di repertorio (atteso che i ruoli david su cui ha costruito la parte più cospicua della carriera furono sempre interpretati in modo monocorde e l’unica cosa che glielo permetteva era averne, in certi casi, le note) che comunque non sarebbe la sua; una minima preparazione musicale e un ottimo agente. Tenderei anche io a non mettere i due sullo stesso piano, però. Florez come tenore di mezzo carattere avrebbe trovato un suo spazio anche in tempi più generosi, Kau avrebbe avuto problemi anche a fare il corista. Il primo se non altro apre la bocca in verticale come Marchisio comanda, cerca ( spesso non riuscendoci ) di trattare i suoni anfoteri sul passaggio ( ha un fa# ancora anfotero, può passare tranquillamente dal sol in su, tipico di quel genere di voci) in modo inerente alla frase che canta, la voce è discretamente avanti almeno in seconda ottava (in realtà la prima per lui, perchè tutto quello che canta sotto il mib non bucherebbe tre flauti per limiti di natura, e pensare che negli anni 80 si imputavano difetti simili al pava… oggi JDF è muto in prima ottava, si azzarda a cantare bellini e donizetti, e vai lo stesso coi peana… vabbè) ma senza aprire i suoni mettendoli fastidiosamente nel naso pure la posizione sua resta bassa, ragion per cui i centroacuti sono così caprini… In definitiva comunque c’è chi, come me, è nato a metà degli anni 80 e Otello con Merritt e Blake non lo potrà sentire mai dal vivo se non tornando indietro nel tempo, di conseguenza andrò comunque a vedere lui e Kunde (che comunque anche sfondato dall’usura è sistemato molto meglio) e non credo siano poi così pochi a vederla così.

  8. La recensione è interessante come sempre e, francamente, non mi stupisce. Da qualche tempo Florez ha iniziato a palesare problemi piuttosto evidenti tra fiati insufficienti e settore acuto accorciato e spesso ghermito, oppure raggiunto con pause o movimenti particolari, anche se non ancora troppo marcati. Dipenderà probabilmente dal fatto che spinge perché la voce è piccolina e affronta ruoli troppo grandi per lui. Il problema, siamo alle solite, è che si sta convincendo a volgersi al repertorio pesante (si è parlato addirittura di Manrico!!!), cosa semplicemente assurda. Ovviamente dispiace appurare tutto ciò perché è sempre stato un professionista, uno preparato che si vede che studia, la voce seppur non grande era molto agile e gradevole e la tecnica di base corretta. Gli hanno messo in testa di essere adatto per il Rossini serio, per Bellini, per Donizetti, ma con la sua voce e il suo gusto sarebbe stato ottimo nel repertorio di mezzo carattere e nelle opere buffe (che sono un bellissimo repertorio): allora avrebbe potuto spingere meno ed avere più colori perché i ruoli sarebbero stati meno pesanti per la voce. E’ osannato acriticamente in tutto perché rivali veri non ce ne sono e perché i melomani hanno la memoria corta o non ascoltano le registrazioni del passato, ma questo non lo rende adatto ai ruoli che affronta, neppure se una o due volte per lanciare il nuovo cd o dvd.

    • premesso che avevo delle aspettative da Florez l’altra sera, cioè dopo Kaufmann sono andata pensando, “beh almeno lui vuole fare le cose in un certo modo, come si dovrebbero”…e l’idea di canto, che poi canti bene o male poco importa, è quella che io….poi di lui mi piace l’attitudine mentale, l’idea dell’eleganza..il pensiero da belcantista.
      volevo sentire, e pensavo pure che la Borgia, o il Romeo gli andassero assai meglio dei rubini o peggio degli Arnold, perchè il lirismo nei pezzi dell’altra sera è più radicato ed opportuno al suo modo di esprimere, anche se la voce resta una vocina….
      non me lo aspettavo così in difficoltà…da tempo si sente che è in affanno ma non me lo figuravo così….nel primo tempo non c’era niente che potesse cantare di nessun genere…
      sono stanca di vedere cantanti ridotti al lumicino, con la voce consumata, scarnificata e senza quella risorsa che sono le risonanze della maschera tipiche di chi non ha più la voce, come fanno i vecchi tipo nucci etc..
      tutto questo deriva da una non cultura del canto dilagante, che sta facendo chiudere i battenti all’opera lirica…..i personaggi contano poco, quello che conta ed incide sono le male concezioni di canto, la falsa cultura vocale che prospera e dilaga e annienta tutto

      oggi un giovane non ha esempi chiari di come si canta, solo esempi di come si fa carriera che è altro
      mi è capitato per caso in questi giorni di usare google immagini ( oggi l’immagine rappresenta bene la realtà): provate a digitare normi come Ildebrando d’arcangelo ( che l’altra sera bofonchiava la bolena con anna ed elina su sky), o erwin schrott e ditemi che idea vi fate di quello che vedete….c’è anche jonas prima maniera ( che poi ha corretto il look verso uno stile più elegante e tenorile stile florez..)…guardateli e fatevi anche voi la vostra idea….
      cantanti presi a prestito dall’opera, con dei look da idoli pop che peraltro non vendono come quelli del pop e che non suscitano le isterie e le idolatrie degli idoli pop ( della popolazione che seguiva l’opera in teatro e nei camerini sono rimasti solo pochi adepti fedelissimi che aspettano fuori, ma in realtà il cantante d’opera non ha più il seguito che potevano avere i pavarotti o le sutherland etc…)
      …….era la giusta via questa ? nella vecchia maniera non si sarebbe davvero potuto tener viva l’opera ? ….e ora che tutto si sgonfia, dove si va? perchè trasformare i cantanti in creature di marketing, o mediatiche, non sta mica più pagando stando ai problemi economici e di vendita dei teatri….

      • Non paga no, anche perché saranno anche belli e alla moda, viva la regia contemporanea e le scene innovative, ma un’opera dura dalle 2 alle 4 ore pause comprese, con un ritmo drammatico molto molto molto lontano da quello a cui ci hanno abituato cinema e televisione. Insomma, o hai passione o non la reggi. Ma il coinvolgimento riguarda soprattutto il canto e la musica, cioè i due aspetti tralasciati negli ultimi anni. Perché? Perché la lirica “fa cultura”, ma non vive dei suoi mezzi, quindi nessuno deve rendere conto di quello che fa, nemmeno al suo pubblico, visto che non campa di quello. Uccisi gli appassionati, rimangono i presenzialisti. Ma quelli ti vengono poche volte l’anno, mica hanno il fegato di sorbirsi ore di opera. Quindi meno produzioni, meno repliche. Ergo più “eventi unici”. E teatri vuoti, con meno incassi. Che ora però in periodo di crisi fanno comodo…

  9. Spero vivamente che assumiate delle sostanze per arrivare a mettere su foglio (per dire) tanta cattiveria ed invidia, che insieme, credetemi, non formano un bel carattere. Florez l’ho trovato in gran forma. Puro e limpido. Sottile, si, ma luminoso, gioioso e pieno di freschezza…altroché voce di fine carriera. Alla gara di chi era più bravo nel passato, non partecipo. Ah già, poi c’era anche l’inchiostro nel vasetto e la penna per scrivere……che guaio i tempi moderni… 😉

  10. Mi accodo alla lunga serie di commenti e varie botte-risposte lette solo ora per motivi di tempo avendo anch’io assistito dal vivo al concerto di Florez. A me non è dispiaciuto. Almeno, sa come si deve cantare la lirica poi sulla voce si possono dire tante cose (raucedine compresa). A mio parere, non è paragonabile nè a Kauffman (Florez lo ritengo “meglio”) nè a Kraus (in questo caso, lo ritengo peggio). Però è stato bravo. Punto. Piuttosto che sentire certi surrogati che circolano liberamente (giovani e meno giovani) preferisco ancora sentire Florez con tutte le limitazioni vocali (per motivi naturali e di cosiddetta “fine carriera” come scritto più volte nei vari commenti). Trovo assurdo anche confrontarlo con Blake. Quest’ultimo è il fuoriclasse specialmente della musica rossiniana (e con Florez quella sera di Rossini non abbiamo praticamente sentito nulla o quasi). Concluderei dicendo che Florez è quello che è e che in parte già era. Acuti, sovracuti, fiati, ecc… (sempre con raucedine compresa) ma la lirica si sente!!! In confronto, Kau farebbe fatica anche a Sanremo!
    E non condivido chi dietro di me commentava il successivo concerto del Nucci dicendo “ma è vecchio!”. Vero. Ma chi canta Verdi oggi come lui? Scusate, ma essendo un fan del Leo, ovviamente non posso che esprimermi a suo favore pur essendo “vecchio”!?!

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