Un Turiddu al giorno… / 2. Fernando de Lucia

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Oggi abituati a sentire gridare a pieni polmoni e supportati non già dal sostegno e dal flusso del fiato anche Puritani o Rigoletto stupiamo che de Lucia fosse ritenuto uno dei più significativi interpreti del “nuovo repertorio” costituito nel suo caso soprattutto da Carmen, Fedora, Adriana, Iris e Cavalleria eppure era così. Nessun erotismo e nessun gratuito gallismo nel canto, invece, da vera serenata o vero stornello e quindi sensualità raffinata e più non detta che esternata in questa esecuzione del 1902 ovvero di un de Lucia ancora in gran forma e, come costume del tenore partenopeo, che Leopoldo Mugnone chiamava “Gondran”,agevolato dal consueto “raggiusto” di tonalità: mi bemolle minore anziché il fa minore previsto da Mascagni. Peccato mortale, onta orribile, dirà qualcuno, quisquillie e pinzillacchere altri. Personalmente sto a metà, riconoscendo la grandezza di de Lucia, ma il dubbio che fosse non un tenore di mezzo carattere, ma un mezzo tenore mi viene ogni tanto.

 

5 pensieri su “Un Turiddu al giorno… / 2. Fernando de Lucia

    • Mi bem o mi nat questo come altri brani del tenore napoletano ne mettono in luce pregi e difetti anche perché nessuno di noi ha sentito in teatro De Lucia e quindi nulla può dire del colore della voce e sul timbro. Certo un tenore, che per sistema abbassa anche brani di tessitura centrale, legittima, giustifica e fomenta ogni fondata perplessità circa la consistenza dell’arte sua.

  1. Io tutta questa grandezza in De Lucia non la sento proprio, anzi più l’ascolto più mi pare una specie di insopportabile “cantante confidenziale” ante litteram con serie difficoltà nel solfeggio e una visione del tutto particolare della scrittura musicale. Caruso, artisticamente, tecnicamente e professionalmente, sta su un altro pianeta.

  2. Cari Cortecci e Tamburini, mi permetto di riportare la testimonianza di mia nonna Concetta Garcia in Fazzari, calabrese-spagnola con parenti a Napoli,che, oltre a lasciarci dei 78 giri di Caruso , incisi in una sola facciata, raccontava a mio padre ( che me lo ha riferito) che le rare volte che andava a sentire De Lucia doveva cercare di stare nelle prime file, perche’ indietro non si sentiva proprio.

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