Florencio Constantino interpreta il brindisi, inconsapevole preludio di sciagure, con elegante, ma per nulla lezioso distacco. Colpisce in primo luogo la voce tutta avanti, sfogata (qualcosa di assolutamente sbalorditivo per l’emaciato presente), e poi la capacità del cantante di reggere un tempo largo (uno di quelli, come abbiamo visto, solitamente adottati per questa e altre pagine dell’opera nelle incisioni dei primi decenni del XX secolo) senza che la linea musicale perda sicurezza, la dizione chiarezza, gli acuti lo squillo invitto, caratteristica precipua del tenore de espada.