nei paesi middleuropei del dittico verista “cavalleria pagliacci” il successo e la fama spettò al lavoro di Leoncavallo, che forse rispondeva meglio all’idea del colore mediterraneo lì accreditata, rispetto al cupo, coinciso dramma tratto da Verga. Ciò non di meno i tenori dell’area dei due imperi centrali hanno lasciato esecuzioni esemplari della parte di compare Turiddu. Ovvio che questo manzo siculo tutto “mamma e moglie altrui” svetti sia nella siciliana, che nell’addio alla madre dove emerge uno dei due lati topici del maschio italiano e meridionale, in particolare, quando dotato di timbro caldo e sensuale. Mediterraneo in una parola sola. Qualità che sembra, secondo alcuni appassionati dal gusto patriottardo-autarchico, mancare ai cantanti middleuropei. Naturalmente Leo Slezak, l’indiscusso tenore del massimo teatro viennese smentisce tutto quello che si dice dei cantanti degli imperi con un timbro caldo e suadente, acuti squillanti, tono ed accento da”mammone” il giusto (sentire come attenua le dentali di mutter) per rendere l’aspetto affettuoso o meglio il terrore di compare Turiddu, presago della superiorità con il serramanico di compare Alfio.